Page 42 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
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almeno  una  volta  al  giorno.  Ho  visto  anziani  piangere
                       anche guardando un cartone animato.

                              Le donne, in particolare, più sono giovani e più sono
                       belle. Io, in proposito, avrei due episodi da raccontare: un

                       giorno  andai  a  trovare  mia  zia  Assunta,  donna  con  due
                       lauree  di  anni  ottantasei.  Vive  in  una  casa  di  riposo  in

                       provincia di Napoli, nota come Villa Pace. Zia Assunta mi

                       presentò le sue amiche, tutte sugli ottanta. Era una bella
                       giornata  di  sole  e  mangiammo  all’aperto.  Parlammo  del

                       Nord,  del  Sud,  di  politica,  di  televisione  e  perfino  di
                       Nietzsche.  Mi  sembrarono  tutte  molto  lucide  e  attente,

                       eppure me ne tornai con il cuore a pezzi: avevo pranzato
                       con persone che erano arrivate, chi più, chi meno, alla fine

                       della  loro  esistenza.  Per  contrasto,  mi  sono  ricordato  di
                       quella volta che ero andato a trovare Gianni Boncompagni

                       a «Non è la Rai». Anche lì c’erano solo donne, ma erano
                       tutte tra i sedici e i vent’anni. Ebbene, diciamo la verità: le

                       ragazzine  di  Boncompagni  erano  alquanto  leggere.
                       Ridevano  per  un  nonnulla  e  zompavano  di  continuo  al

                       suono  della  musica.  Quale  differenza  con  i  fazzoletti,  gli
                       occhiali  spessi  un  dito  e  i  bastoni  delle  amiche  di  zia

                       Assunta! Io, a differenza di Villa Pace, però, me ne uscii

                       dagli  studi  televisivi  tutto  allegro.  Perché?  Perché  a
                       comandare  era  stato  il  mio  inconscio.  Quell’essere

                       piuttosto  semplice,  per  non  dire  stupido,  che  abbiamo
                       all’interno  del  nostro  cervello.  Per  lui,  per  il  mio

                       inconscio,  le  amiche  di  zia  Assunta  rappresentavano  la
                       morte,        mentre         le     ragazzine          di      Boncompagni

                       rappresentavano la vita.
                              La  bellezza  potrebbe  essere  presa  come  metro  per

                       misurare il tempo.
                              A  volte  mi  siedo  su  un  muretto  di  via  Caracciolo  a

                       Napoli  e  guardo  le  persone  passare.  Vedo  una  ragazza
                       giovane  e  bella.  Si  tiene  per  mano  con  un  giovanottino.



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