Page 37 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
P. 37
madre. Avendoli scelti, però, solo per la bellezza e non per il
talento, nessuno dei suoi allievi divenne mai un grande pittore.
L’ultimo dei ragazzetti si chiamava Francesco Melzi. Se lo
portò ad Amboise, nel castello di Cloux, dove si era rifugiato,
dopo i dissidi con gli Sforza. Gli tenne compagnia fino alla fine
e ne diventò l’erede.
Che dire? Assolutamente nulla: visto quello che ci ha
lasciato, gli perdono tutto, sempre che ci sia qualcosa da
perdonare.
A proposito di Leonardo da Vinci,
mi sono sempre chiesto perché non sono anch’io
omosessuale. Che io sappia, i miei carissimi filosofi greci
erano tutti almeno bisessuali, e non si vergognavano
affatto di ammetterlo. Poi, una volta entrata in campo la
Chiesa, qualsiasi forma di sesso non finalizzata alla
procreazione fu criminalizzata. Sempre a proposito dei
greci, eccezionale è il finale del Simposio. Stavano tutti
riuniti a discutere sull’amore, quando entra Alcibiade
seguito da una corte di fan. È brillo. Una flautista lo regge
per non farlo cadere. Lui entra e come vede Socrate seduto
vicino ad Agatone lo assale.
«Lo sapevo» gli dice, «ti sei seduto accanto al più
bello. Te le inventi tutte per metterti vicino a chi desideri.»
Quindi, rivolgendosi agli altri filosofi, aggiunge: «Lo
vedete quest’uomo? Io lo amo. Per me è più affascinante di
Marsia: quello si serviva della musica per incantare gli
uomini, lui, invece si serve della parola. Quando parla
l’anima mia si mette a ballare e le lacrime mi sgorgano
spontanee dagli occhi. Non potete, però, immaginare
quanto mi faccia soffrire! Io me le invento tutte per stargli
vicino. Una volta, in palestra, abbiamo fatto ginnastica
insieme, abbiamo lottato l’uno avvinghiato all’altro, e lui
niente, come se non fossimo abbracciati. Un’altra volta
l’ho invitato a casa mia, proprio come fa un amante che
39