Page 43 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
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Ridono tutti e due. Guardo le loro mani. Hanno le dita
intrecciate. Sono felici. Beati loro. Poi vedo un bambino
con la mamma: avrà sì e no due anni ed è quanto di più
bello possa esistere al mondo. È addirittura più bello del
Vesuvio. Magari un giorno soffrirà anche lui di ernia del
disco, come me, adesso però è felice: corre dietro a un
cagnolino. Anche il cagnolino è felice. Ed ecco passare un
signore anziano. Avrà quasi novant’anni. Si appoggia al
braccio di una signora che gli cammina a fianco. Forse è
suo padre. La differenza di età, però, mi sembra, piuttosto
alta. Forse è suo nonno. Anche lui, un giorno, sarà stato
giovane e bello. Avrà atteso il suo primo amore all’uscita
della scuola. Le avrà detto: «Ti amo» arrossendo. Poi il
tempo è passato e quell’episodio è diventato solo un
ricordo.
Guardo i taxi passare. Anche i taxi mi sembrano
invecchiati: cinquant’anni fa erano verdi, vent’anni fa
erano gialli e adesso sono bianchi. Come i miei capelli del
resto.
La bellezza, però, da sola, non basta a renderci felici.
Ci sono i sentimenti che la condizionano. L’unica vera
differenza sta nel fatto che la bellezza si vede e i sentimenti
no. Scrive a questo proposito Lorenzo il Magnifico:
Se a ciascun l’interno affanno
si leggesse in fronte scritto,
molti che invidia già ci fanno
ci farebbero pietà.
Un giorno il mio tanto amato professor Renato
Caccioppoli per spiegarmi meglio la media delle medie
aritmetiche mi disse: «Le gioie nella vita arrivano quasi
sempre quando siamo giovani. I dolori, invece, quando
siamo vecchi. Se vuoi migliorare la qualità media della tua
vita, ammazzati subito». E difatti lui si suicidò a
cinquantacinque anni.
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