Page 37 - I templari e il filo segreto di Hiram
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Ormai i due coniugi erano prossimi all’uscita dal regno
dei morti quando Orfeo fu colto da un atroce sospetto: Persefone,
notoriamente birichina, gli aveva restituito veramente la moglie o
l’aveva sostituita con qualcun’altra, per farsi beffa di lui? Forse
con una baldracca?
Il sospetto era tale che indusse Orfeo a voltarsi ed ecco
che Euridice si dissolse: tornò ombra, risucchiata dall’Erebo!
Nei “Dialoghi con Leucò” Cesare Pavese adombra il
sospetto che sia stata Euridice a indurre il proprio marito a
voltarsi. In prossimità dell’uscita si era resa conto che il peso di
una vita è già greve, figuriamoci due!
Orfeo, disperato, tornò indietro: rincorse quell’ombra in
fuga, ormai amorfa; ma fu costretto a fermarsi di fronte alle rive
dello Stige ormai invalicabile: questa volta il traghettatore
Caronte fu inflessibile. Non era lecito oltrepassare quel confine
una seconda volta! Lo esortò a tornare nel mondo dei vivi,
dov’era il suo posto finché l’abbraccio della morte non l’avesse
raggiunto.
Un mito totalmente diverso dagli altri!
In questa storia straordinaria non ci sono divinità che
muoiono e risorgono; ma un uomo che è prossimo a sconfiggere
la morte e non ci riesce, perché la morte si deve accettare! Non
può essere ingannata, evitata, aggirata. No, non è lecito! Guai ad
alterare le leggi basilari dell’universo! Nella nascita è insita la
morte: una legge universale, assoluta! E la morte, poi, è nostra
sorella…
Anche la morte di Orfeo, eroe che mai impugnò la spada
o un bastone, né abbatté uomini o animali, fu motivo di rituali
segreti.
La versione principale narra che Orfeo, tornato disperato
alla luce del sole, si allontanò lentamente dal mondo delle
passioni e s’isolò nella solitudine. I rari momenti di umana
convivenza erano dedicati all'iniziazione di uomini e ragazzi che
gli si accostavano con il desiderio di conoscerne i segreti e la
saggezza. Con loro, all’alba di ogni nuovo giorno, salutava il sole
pregando Apollo, considerato il più grande di tutti gli Dei poiché
protettore della poesia e della musica.
Dioniso s’irritò per come molti dei suoi fedeli si
convertivano al culto dei misteri solari, trasmessi da un musico
poeta, e decise di punirlo. Inviò le Baccanti (da “Bàkkai”,
femminile plurale di “Bàkkos”, soprannome attribuito ai seguaci
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