Page 8 - Manuale per salvare i semi dell'orto e la biodiversità
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L’adattabilità va intesa come grado di fertilità, di resistenza agli eventi meteorici
          avversi (ad esempio le basse temperature, la neve e le gelate tardive o anticipate) la
          capacità di resistere a lunghi periodi di siccità o a scarsa disponibilità di acqua, alla
          salinità del terreno.
          Non è un caso se possediamo una forte cultura rurale. È grazie alle diverse condi-
          zioni climatiche che abbiamo, all’orografia con grandi escursioni altitudinali e alle
          molteplici variazioni metereologiche, ma anche alle immigrazioni di diversi popoli
          provenienti dalle varie parti dell’Europa e non solo. Poi il commercio e poi la po-
          litica delle repubbliche marinare di Genova e Venezia che instaurarono un proficuo
          rapporto commerciale, culturale con altri popoli del Mediterraneo e oltre.
          Questo passato ricco e fertile ha permesso di sviluppare una molteplicità di razze
          animali e vegetali, mentre ora la selezione è orientata verso la ricerca di razze e va-
          rietà altamente produttive ma scarsamente resistenti alle avversità sopra descritte.
          La biodiversità in agricoltura non si improvvisa; è il lavoro costante e incessante
          di generazioni di uomini e donne che giorno dopo giorno, per prova ed errore, so-
          no arrivati a produrre la vita. Può sembrare un paradosso, ma i maggiori segni di
          biodiversità  si  hanno  in  ambienti  marginali  dove  occorre  maggiore  disponibilità
          all’adattabilità a luoghi ostili alla vita.
          Per poter continuare tutto questo dobbiamo fare ricorso ad un manuale australiano.
          È stato tradotto a tutto beneficio di coloro che hanno a cuore le colture (quelle vere)
          che tra l’altro hanno origine dalle diverse culture (quelle vere).
          Ci dispiace che non sia mai stato valorizzato il nostro patrimonio culturale e coltu-
          rale, non ci dispiace che qualcun altro lo abbia fatto, dobbiamo esserne grati a chi
          l’ha scritto.
          Ora, però, dobbiamo mettere tutto il nostro impegno per dimostrare che abbiamo
          imparato la lezione, che siamo in grado di recuperare il tempo perduto (semmai si
          possa recuperare il tempo) mettendo a frutto ciò che il manuale ci insegna (diffon-
          dendolo) perché non dobbiamo mai dimenticare che le colture locali, quelle origi-
          narie si difendono solo se salvaguardiamo le culture locali.



          Salvare i semi, un’azione importante come imparare a leggere e a scrivere

          Siamo più che mai convinti che recuperare semi antichi, seminarli, riprodurli e con-
          dividerli con altri coltivatori sia un grande gesto educativo. Lo possiamo paragona-
          re, come importanza, all’apprendere le tecniche basilari insegnate in una scuola: lo
          scrivere, il leggere e il far di conto. Per questo, in questi anni, da quando ci è stato
          possibile, proponiamo alle scuole l’opportunità di divenire promotori e custodi del-
          la biodiversità attraverso la coltivazione di orti della biodiversità. Coltivare un orto
          è un’attività che permette di esercitare abilità manuali e conoscenze intellettuali.
          Ma significa anche imparare a gestire i tempi dell’attesa: imparare le modalità, i
          periodi e i prodotti adatti alla semina, preparare e concimare adeguatamente il ter-
          reno, annaffiare, controllare in maniera naturale i parassiti ed infine raccogliere e
          mangiare. Ma non è tutto. A monte c’è la collaborazione con i nonni di casa, con
          gli anziani e gli agricoltori del posto per la ricerca di piante e di semi antichi, au-
          toctoni, che i coltivatori avevano selezionato e incrociato nel corso di centinaia di
          anni. È il far tesoro di un lavoro realizzato non in laboratorio, con l’intento di creare
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