Page 7 - Manuale per salvare i semi dell'orto e la biodiversità
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INTRODUZIONE ALL’EDIZIONE ITALIANA
“…Una mia amica,
proprietaria di una fattoria di cui si disinteressa,
mi chiese tempo fa alcune informazioni tecniche
su come aprire un agriturismo.
Ricordo che le risposi che prima di tutto
occorreva essere agricoltori per esercitare tale attività.
Lei mi disse allora che, stupidamente, si era fatta cancellare
dagli elenchi degli agricoltori perché le dava fastidio
che ciò risultasse come sua professione principale
in documenti come la carta d’identità…”
La biodiversità in agricoltura: la differenza fa la vita sulla Terra
La Comunità Europea ha autorizzato l’utilizzo e la produzione di Organismi Geneticamen-
te Modificati, i cosiddetti OGM. Questo preoccupa ancora poche persone e ciò è dovuto
al fatto che concretamente non si nota molto o forse non si nota per nulla la differenza tra
gli organismi modificati da quelli non modificati. È difficile quindi percepirne il pericolo
o semplicemente comprendere le conseguenze che deriveranno da questa scelta.
Forse fra 10 anni, 20 anni, qualcuno ci dirà che ciò non è buono. E ci diremo che forse
sarebbe stato meglio preservare qualche esemplare di vegetale ancora integro nel suo
patrimonio genetico.
L’avere autorizzato l’utilizzo degli organismi OGM sarà il colpo di grazia alla conser-
vazione della biodiversità. La maggior parte delle persone stenta a comprendere cosa
stiamo perdendo. Non ci rendiamo conto che è una perdita irreversibile e definitiva.
Questa è l’occasione giusta per iniziare per comprenderne le ragioni.
Si perde la biodiversità per ragioni sociali e culturali: in questi casi una grande respon-
sabilità ce l’ha la nostra indifferenza.
Si perde la biodiversità per ragioni economiche: l’interesse di pochi prevale sulla con-
servazione dell’intero patrimonio naturale producendo un calo di ricchezza per l’intera
umanità (e non solo in termini di denaro).
Scompaiono i paesaggi che sono stati realizzati dai sistemi produttivi agronomici dei
tempi passati.
Scompaiono colture e quindi culture.
Scompaiono specie animali e razze; specie vegetali, varietà e cultivar.
Questo è un problema della comunità scientifica, ma è soprattutto un problema della
comunità civile che deve reagire per impedire la perdita di questo bene prezioso. Perché
questo patrimonio biologico lo abbiamo avuto in prestito da chi verrà dopo di noi. È
il lavoro di selezione, in particolare degli agricoltori italiani, concretizzato nell’arco di
qualche migliaia di anni. Queste persone, questi agricoltori anonimi, hanno avuto la ca-
pacità di creare razze, varietà che avevano un alto grado di adattamento alle condizioni
dello specifico ambiente di vita in cui si trovavano. Il tutto in funzione delle esigenze
vitali dell’uomo che le aveva selezionate.