Page 67 - Maschere_Motta
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Dottor Balanzone
uesta è una maschera, in cui il Dottor Graziano
o Gratiano, o Forbicone da Francolino (se è il co-
Q Q mico Lutio Burchiella) o Partesana da Francolino
(se è Lodovico de’ Bianchi) ha, come lo Zanni nei servi
plautini e della commedia erudita, infiniti predecessori nei
Pedanti della poesia maccheronica o della commedia erudi-
ta. Il gusto degli strafalcioni in latino, e dei qui pro quo che ne
potevano derivare, era diffusissimo e quasi ogni commedia
ce ne porge esempi. La maschera della commedia dell’Arte,
però, inventa un personaggio ricorrente, con i suoi precisi
caratteri, anzi con un’inconfondibile lingua, la “gratiana”,
che mescola il bolognese al latino maccheronico, storpian-
do completamente il senso delle parole (e su questa strada
si metterà anche il linguaggio pulcinellesco).
La figura del Dottore: (più nota come Dottor Balanzon o
anche Dottor Baloardo) nasce anche essa da un’intenzione
satirica, dalla volontà di scrollarsi di dosso il peso dell’U-
manesimo, nelle sue espressioni più retrive e più vicine ad
una nuova Scolastica. Ma la satira si perde ben presto nella
parodia buffonesca (la ritroveremo invece nel Marfurio del
Candelaio di Giordano Bruno dotata di forza esplosiva).
Dagli opuscoli, dai repertori, dalle scene burlesche (del
Lombardi, comico confidente, del Cesarii, autore prediletto
dal De’ Bianchi, che gli commissionava commedie e pasto-
rali) vediamo delinearsi uno stupido e assurdo bambolotto
che gira frasi a vuoto implacabilmente, e ciò fin dal primo
periodo, su cui si ferma la nostra attenzione.
Questo genere d’arte teatrale si presta a riferimenti diret-
ti, cronistici nella parodia, non alla satira di costume: la sua
legge è il successo e particolarmente l’ilarità. Per ottenere
questo bastava, come dice l’Etoile ne Les comidiens de la Cour
(1607): “Il faut un Grutian, qui fasse le pedant - Et qu’il ne sache
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