Page 190 - Maschere_Motta
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Sacco (o Sacchi)




            amiglia di attori la cui origine risale ai fratelli Gennaro (Napoli, seconda metà del sec. XVII ca. 1715) e Gae-
            tano (Ferrara, seconda metà del sec. XVII - Mosca, 1735).
       FIl primo fu un lepidissimo “Coviello”, ben secondato dalla moglie Maddalena; l’altro, marito della comme-
       diante Libera, fu un interprete argutissimo di “Truffaldino”.
        Tutt’e due le coppie vennero applaudite anche in Germania, in Austria e in Russia. Da Gennaro e Libera nacquero
       Adriana (circa 1707 - Venezia, 1776) e Antonio (Vienna, 1708 - in mare tra Genova e Marsiglia 1788).
        Sia Adriana, “servetta” vivida, sotto il nome di “Smeraldina”, sia Antonio, raffiguratore geniale di Truffaldino,
       furono importantissimi anche per il loro intervento nella grande storia veneziana della commedia del Settecento.
       Ambedue parteciparono, sia pure improvvisando, al primo periodo della riforma goldoniana; tornarono ai ca-
       novacci dell’Arte per l’istinto del recitare a soggetto; apparvero nelle commedie in prosa dell’abate Pietro Chiari;
       infine dominarono nelle fiabe teatrali immaginate da Carlo Gozzi per avversare il teatro “premeditato”, e senza
       maschere, di Goldoni (di conseguenza furono la Smeraldina, e il Truffaldino dell’Amore delle tre melarance, del
       Corvo, dell’Augellin Belverde etc.).
        Il più celebre dei Sacco fu Antonio, ammirato in tutta Europa e da molti ritenuto il miglior comico del secolo.
        Come afferma Goldoni che gli approntò fra l’altro lo “scenario del Servitore di due padroni, egli possedeva una
       fantasia continuamente rinnovantesi; nelle sue trovate verbali erano spesso riconoscibili, attraverso il modo buf-
       fonesco, immagini e pensieri, di poeti, di filosofi, di Cicerone, di Montaigne. Era inoltre un ballerino eccellente.
        Furono attrici sua moglie, Antonia Franchi e le figlie Giovanna e Angela. A sua volta la sorella Adriana, rimasta
       vedova del bolognese Rodrigo Lombardi in arte il “Dottore”, si rimaritò con Atanasio Zanoni, “Brighella” illustre.



                                   Giovanni Pellesini




              ato probabilmente nel 1526 a Reggio Emilia e qui morto c.a. nel 1615, appartenne alla Commedia dell’Arte
              sia nel recitare nelle formazioni degli Uniti, dei Gelosi e dei Fedeli sia col guidare formazioni proprie.
       NLo si chiamò “Pedrolino”, cioè col nome della Maschera, da lui ideata e raffigurata, e per la quale sarebbe
       diventato presto celebre.
        Come si apprende, anche dall’aneddotica, era uno Zanni provveduto di moltissima comicità; tuttavia, il suo
       gusto diede una misura e un garbo alla buffoneria di “Pedrolino”, personaggio di solito candido, onesto e innamo-
       rato.
        Nel 1613 (cioè a ottantasette anni) si recò a recitare con la compagnia dei Fedeli.

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