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Aldo Motta è nato a Licodia Eubea (CT) e morto a Catania il 5 marzo 2019, all ’ età
di 85 anni. Entrato non ancora diciottenne al vecchio «Corriere di Sicilia», vi lavora
per quasi vent’anni, prima come redattore sportivo e quindi con la carica di capo-
servizio alla “politica”.
Dopo una lunga parentesi in cui si dedica ad attività commerciali, di intratteni-
mento (una discoteca-night e un piano-bar), turistiche (compie un centinaio di
viaggi in tutto il mondo) e artistiche (tre gallerie d’arte), fonda il centro culturale
“Incontri” (1987) e l’omonimo bimestrale di costume e di cultura.
Con lo pseudonimo di “Anonimo Catanese” ha dato alle stampe:
L’Estate ha l’anima nuda; Un’estate e poi niente; Cinquanta poesie inedite; Un racconto
intimo; Diario intimo; Un paesino chiamato Acquarosa.
Col proprio nome:
A Catania con amore (1991); Palcoscenico e dintorni ( 1992); C’era anche il Corriere di
Sicilia (1996); Quelle persiane chiuse (1998); Breviario della storia di Catania (1998); Rac-
conti di paese (1999); Le riviste letterarie italiane che hanno fatto costume ed opinione
(1999); Catania antica in pillole (2002); Le incredibili vicende di Grazia Longo rapita per
amore ad Aci Sant’Antonio (2003); Catania a pezzi (con Tino Vittorio) (2003); Gli antichi
mestieri (2004); Catania una volta (2005); Diario di una gentildonna inglese che soggior-
nò a lungo in Catania (2005); Quelle care signorine di via delle Finanze (2006); La Playa e
i suoi primi lidi (2006); Catania fra Ottocento e Novecento (2007); Racconti e raccontini
(2008); Costumi sessuali nel mondo (2009); Abat-jour, pensieri a luce bassa (2014).
Autore di testi teatrali, dirige per 6 anni la rivista “Arte e Folklore di Sicilia” e nel
maggio 2012 fonda la rivista bimestrale di cultura siciliana “Il Piccolo Letterario di
Catania” e, in fine, “Il Piccolo Almanacco di Catania”.
Licodia Eubea gli ha dedicato una biblioteca con sala-lettura.
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