Page 17 - Maschere_Motta
P. 17
È necessario precisare che ogni richiamo alla Commedia dell’Arte, quando si parla delle
maschere atellane, non supera i limiti della supposizione o della identificazione illusoria
basata su somiglianze esteriori fra i tipi comici dell’età latina e quelli del nostro Rinasci-
mento.
Come detto, le atellane giunsero a Roma alla fine del IV secolo a.C, dalla cittadina
campana di Atella (come testimonia il nome). Erano farse improvvisate, che prevedeva-
no quattro personaggi fissi, più un altro personaggio creato dal celebre commediografo
Plauto, quale il Miles gloriosus Pirgopolinice, che ricorda il tipo del capitano spavaldo e del
bullo romanesco.
Si è molto dibattuto sui possibili rapporti di derivazione tra atellane e Commedia dell’ar-
te. Sicuramente esistono alcune caratteristiche comuni, ma, più che da ricondurre a una
filiazione diretta, sono forse da riportare soprattutto a una sorta di filo ricorrente nella
storia del teatro (e della cultura) nazionale, che parte da Maccus e arriva a Totò: una comi-
cità popolare che nasce da un immaginario comune di povertà, fame, ignoranza, furbizia,
imbrogli e passioni, un pubblico che non legge e non scrive ma ascolta, un popolo che
non ha una lingua, una storia o eroi comuni (mentre in Inghilterra troviamo il teatro della
storia patria e dei grandi sentimenti umani), ma storie di vita quotidiana di poveri, servi
e cornuti.
Roberto Rebora
Dosseno
7