Page 154 - Maschere_Motta
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Stenterello




                                                    M            aschera fiorentina di nascita piuttosto recen-

                                                                 te, essendo stata creata da Luigi del Buono
                                                    M sul finire del Settecento. Il nome deriva da
                                                    “stentare” ed è riferito direttamente al suo ideatore. Il carat-
                                                    tere è abbastanza vario, potendo passare dalla castigatezza
                                                    alla scurrilità, ed è affidato in prima persona all’estro degli
                                                    interpreti, alle acrobazie verbali, all’arguzia, alla saggezza,
                                                    alla battuta pungente.
                                                      Il costume ha subito diverse modifiche, dalla lunga
                                                    sottoveste recante facili simboli e la massima “Posapiano”,
                                                    si passò alla giubba dai colori vivaci con calzoni corti e calze
                                                    a scacchi, al frac nero ottocentesco, infine di nuovo all’abito
                                                    di tipo settecentesco.
                                                      Rapida fu la fortuna della Maschera, ma altrettanto rapido
                                                    il declino. Nata nel 1788, nel 1898 il tipo era già sparito, anche
                                                    se ne può trovare traccia fino al 1935. Fra i numerosi attori
                                                    che hanno dato vita alla Maschera sono da ricordare, oltre
                                                    a Luigi del Buono, il castigatissimo Amato Ricci, Raffaello
                                                    Landini che tentò la trasformazione in carattere, il brillante
                                                    Alceste Corsini, Andrea Niccoli.
                                                      “Stenterellate” si chiamarono certe composizioni che
                                                    avevano la Maschera come protagonista, alcune delle quali
                                                    furono suggerite dalla governante di Del Buono.
                                                      Un doloroso sacrificio era prescritto ai giovani attori
                                                    destinati, per attitudini e per figura, a sostenere la parte
                                                    di Stenterello: occorreva che si strappassero gli incisivi
                                                    superiori sicché ne risultasse, per quel buco nero, una
                                                    deformazione  della  pronuncia  che,  nella  parlata  toscana
                                                    arguta e spiccia, acquista una particolare comicità.
                                                      Stenterello è infatti, come Meneghino e Gianduja,
                                                    maschere con le quali ha numerosi lineamenti comuni,
                                                    un personaggio che dev’essere interpretato da attori

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