Page 155 - Maschere_Motta
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caratteristici: la sua figura ha una fisionomia così spiccata e precisa che può essere inserita in un dramma o
addirittura in una tragedia indipendentemente dall’economia dell’intreccio, per arricchirne la vicenda, coi suoi
lazzi e le sue battute, di una nota di letizia.
Sostengono gli storici del teatro che Stenterello, ai tempi d’oro di Firenze, abitava nei palazzi, era nel fior dell’età
e nel meglio del suo spirito e poteva chiamarsi Machiavelli, Boccaccio o l’Aretino. La maschera delineatasi poi è il
nipote, decaduto, di quei grandi spiriti, dei quali ha più che altro ereditato i vizi e le inevitabili meschinità, donde
quel nome che evidentemente deriva dal verbo stentare, cioè non essere soddisfatti del proprio stato.
Stenterello conserva tuttavia una signorilità che lo distingue da tutte le altre maschere italiane: le sue battute,
per quanto mordaci, non cadono mai nell’indecenza e sono il frutto, piuttosto che malizia, di una saporosa
ingenuità. Disordinato e discontinuo, Stenterello ha un debole per le donne, ma non essendo abbastanza paziente
per far loro la corte, si mette spesso in situazioni da schiaffi.
Ma ancor più forte è la sua attrazione per la buona cucina: disposto a commettere qualsiasi bassezza per una
buona cena, se ne astiene soltanto perchè hanno il sopravvento in lui la paura e la pigrizia.
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