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Mezzettino
M aschera derivata dal secondo Zanni, il cui
significato onomastico è “boccale di mez-
M za misura” (in una stampa francese si legge
Mezetin bocale). Il nome venne usato per primo da Ottavio
Onorati, della Compagnia dei Confidenti, ma reso famoso da
Angelo Costantini. Costui lo scelse nel 1683 allorché, reci-
tando al Théâtre Italien di Parigi, volle distinguersi dal celebre
Arlecchino del Biancolelli.
La Maschera ripete il carattere brighellesco, conta-
minato, però, con quello di Scapino: la maschera truce,
pronta a ricorrere alle astuzie come a sfoderare il pugnale,
è l’espressione più nota di un carattere di valletto cinico e
intrigante, disposto a ogni sotterfugio e a ogni commercio,
che si ritrova nel teatro medioevale, e che i comici italiani
tradussero in Francia, ospiti della Corte, nella maschera di
Mezzetino, nome col quale solevano indicare i loro colleghi
di scarsa statura.
In origine indossava la maschera e il costume tradizionale
degli Zanni, poi sparì la maschera e l’abito e fu quello odierno,
quindi non ha più la maschera scura, ha l’occhio freddo e la
barba puntuta di Brighella; indossa un gaio pagliacetto di
stoffa a righe alterne bianche e rosse, porta un berretto di
foggia simile a quello dei cuochi, e deve il successo dei suoi
scaltri propositi, piuttosto che alla destrezza nel maneggiare
le armi, alla maestria con la qual canta accompagnandosi
con la chitarra e improvvisando parodie che, per efficacia
e sapore, si possono considerare i precedenti dei “couplets”
delle riviste moderne.
Alla morte del Biancolelli, il Costantini interpretò le parti
di Arlecchino col nome di Mezzettino.
L’abilità come musico conciliò a Mezzettino il favore delle
donne e gli assicurò quella fama di galanteria che costò
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