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L’età contemporanea
cerca di fonti di energia alternativa al carbone, ad esempio, ave-
va portato alla diffusione dell’elettricità, utilizzata dapprima per
l’illuminazione, poi per il funzionamento delle macchine negli
insediamenti produttivi; la produzione fu affidata alla nascente
industria elettrica, che si diffuse negli ultimi due decenni del
secolo sfruttando le turbine idrauliche e gli invasi d’acqua. Ne-
gli anni ’80 fu perfezionato il motore a scoppio da cui deriva-
rono l’industria automobilistica e aeronautica, rivoluzionando
i trasporti. Nel 1887, il chimico svedese Alfred Nobel inventò la
dinamite: terribile arma distruttiva, ma anche indispensabile
aiuto all’uomo nella realizzazione di importanti opere come gal-
lerie e trafori. L’elaborazione di tecniche per la refrigerazione
consentì finalmente il trasporto su grandi distanze di prodotti
alimentari deteriorabili. Al telegrafo, sempre più diffuso, si af-
fiancò il telefono ideato dall’italiano Antonio Meucci, ma per-
fezionato e poi commercializzato dallo statunitense Alexander
Bell (1876). Nel 1895 l’italiano Guglielmo Marconi fece la prima
esperienza di comunicazione a distanza mediante onde elet-
tromagnetiche, perfezionando in seguito la radio. Nello stesso
anno i fratelli Lumière, francesi, costruirono il primo apparec-
oltre un milione di chilometri, la navigazione era per oltre il 90%
a vapore. A queste novità si accompagnarono nuovi criteri di
L’organizzazione del organizzazione del lavoro (negli USA, fu l’ingegnere Frederick
lavoro: il taylorismo Winslow Taylor a studiare nuove teorie sul rapporto tra operai
e macchine, che trovarono applicazione nel lavoro a catena) de-
stinati a eliminare perdite di tempo e sprechi nelle fabbriche.
Altro impulso alla ripresa venne, infine, dall’imperialismo colo-
niale (v. cap. 10). Nel mondo industrializzato l’incremento del-
la produzione sarebbe durato, eccettuate brevi pause, fino al
1914. L’accelerazione produttiva subita dall’industria del ferro
Lo svilppo (12 milioni di tonnellate nel 1870, 78 milioni nel 1913), del-
dell’industria l’acciaio (da 700 000 tonnellate a 65 milioni, negli stessi anni),
siderurgica e del carbone (da 213 milioni di tonnellate a 1342) dimostra
l’entità della Seconda rivoluzione. Per adeguare le imprese con
nuove tecnologie occorreva però sostenere ingenti investi-
menti. In questo contesto si venne accentuando la concorren-
za tra le industrie. Quelle più solide, che godevano di maggio-
re credito dalle banche, finirono con il prevalere su quelle più
deboli. I capitali si vennero concentrando in poche mani con
conseguente monopolio della produzione. I grandi gruppi in-
La concentrazione dustriali organizzarono la gestione delle loro industrie in car-
industriale telli e trusts. Il cartello riuniva in senso orizzontale le fabbri-
che impegnate nella produzione dello stesso articolo; il trust
subordinava in senso verticale a un unico controllo l’intero pro-
cesso produttivo di un manufatto (dall’estrazione della materia
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chio cinematografico. Le ferrovie nel 1914 si estendevano per Titolo concesso in licenza a tonia locarico, 84762, ordine Istituto Geografico De Agostini 824316.
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