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4 - La Riforma protestante e la Controriforma cattolica

      riuscita in questo mondo diveniva infatti la misura del favore di-
      vino; gli eletti scelti da Dio costituivano la Chiesa dei Santi, e l’u-
      nico strumento per avvicinarsi al divino era la Bibbia. Le magi-
      strature cittadine dovevano vigilare, anche con modi polizieschi,
      sulla condotta dei fedeli. Alcune sette poco diffuse e osteggiate
      dalle autorità civili e religiose (anabattisti, antitrinitari, sociniani)
      radicalizzarono ulteriormente il messaggio riformatore.
      ■ La diffusione delle nuove dottrine
      In Svizzera la diffusione del calvinismo soppiantò almeno in par- In Svizzera
      te la dottrina di Zwingli. In Scozia il calvinismo fu diffuso dalla
      predicazione di John Knox. Nei Paesi Bassi l’adesione alla Rifor- In Olanda
      ma ebbe anche il significato di opposizione alla politica spagnola
      che vi aveva introdotto l’Inquisizione. La rivolta contro gli Spa-
      gnoli portò alla nascita delle Province Unite (v. cap. 6). In Scan- In Scandinavia
      dinavia la penetrazione della Riforma si affermò prima in Dani-
      marca e in Svezia e successivamente in Norvegia e Finlandia. In In Francia
      Francia la diffusione del calvinismo fu osteggiata dai sovrani: i
      calvinisti, detti ugonotti, furono perseguitati e ciò originò i con-
      flitti interni noti come guerre di religione (v. cap. 6). In Spagna
      e in Italia il protestantesimo rimase un fenomeno circoscritto.
      La Controriforma e il Concilio di Trento
      Già l’Umanesimo cristiano di Erasmo da Rotterdam o di Tom- L’Umanesimo
      maso Moro propugnava una riforma interna alla Chiesa con il cristiano
      ritorno alla povertà evangelica, la condanna del nepotismo e l’a-
      bolizione delle pratiche superstiziose: tali tendenze furono ben
      presto messe in minoranza. Nel 1545 si aprì il Concilio di Tren- Il Concilio di Trento
      to, durato ben diciotto anni con alterne fasi (che comprendo-
      no anche lo spostamento della sede a Bologna nel 1547) con-
      dizionate dalla personalità dei papi succedutisi in quegli anni. I Innovazioni
      decreti conciliari, confermati dalla bolla Benedictus Deus(1564) in campo pastorale
      di Pio IV, portarono importanti innovazioni in campo pastora-
      le: uniformarono la celebrazione della messa, istituirono i se-
      minari diocesani per la formazione dei parroci, introdussero per
      i vescovi l’obbligo di residenza e di visita pastorale nelle dioce-
      si, ripristinarono l’osservanza della regola nei conventi e nei mo-
      nasteri. Dal punto di vista teologico furono definite le dottrine La definizione
      relative ai sacramenti e quella della transustanziazione (cioè della dottrina
      della reale presenza del corpo e del sangue di Cristo nel pane sacramentale
      e nel vino al momento della consacrazione eucaristica); fu riaf-
      fermata l’autenticità della Vulgata, cioè della traduzione della
      Bibbia in latino fatta da San Girolamo. L’iniziativa dei parroci fu I nuovi ordini religiosi
      affiancata dall’opera di ordini religiosi riformati o di nuova isti-
      tuzione impegnati in campo educativo o assistenziale (cappuc-
                                                                 211


















































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