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14 - Umanesimo e Rinascimento

      unità linguistica. Nelle classi più colte cominciò a svilupparsi l’i-
      dea di una comune civiltà fondata sulla cultura classica e sulla
      lingua dell’antica Roma. I principali centri di cultura furono Fi-
      renze, Milano, Roma e Napoli, ma sono da ricordare anche cen-
      tri minori quali Urbino, Ferrara, Mantova, Rimini, dove i Mon-
      tefeltro, gli Estensi, i Gonzaga e i Malatesta non furono infe-
      riori agli altri signori (soprattutto ai Medici e ai Visconti) nel-
      l’attirare a sé gli intellettuali del tempo. A Firenze, oltre agli uma- Gli umanisti più noti
      nisti già citati, vanno ricordati filosofi come Marsilio Ficino (che
      nell’opera Theologia Platonica indicava l’identità essenziale fra
      la dottrina cristiana e l’insegnamento platonico), Giannozzo
      Manetti e Pico della Mirandola. I principali studiosi di Roma
      furono Lorenzo Valla e Giulio Pomponio Leto, fondatore del-
      l’Accademia romana. A Napoli si distinsero, sotto la protezione
      dei re aragonesi, Antonio Beccadelli che fondò l’Accademia
      pontaniana e Giovanni Pontano che scrisse poesie e dialoghi Il ritorno della
      in latino. A Ferrara insegnò il veronese Guarino Guarini, a Mi- produzione poetica
      lano operò il grande pedagogista Vittorino da Feltre.   e del volgare

      Letteratura, arte e scienza
      La produzione poetica, dopo la morte del Petrarca, fu ripresa Opere letterarie
      alla fine del Quattrocento con la pubblicazione delle opere di e scrittori
      Poliziano e di Lorenzo il Magnifico. Molte opere quattrocen- del Rinascimento
      tesche furono scritte in latino; le migliori furono i trattati scrit-
      ti in forma di dialogo, le epistole e le opere storiche. Nella se-
      conda metà del Quattrocento tornarono a prevalere gli scritti
      in italiano volgare, tanto che gli studiosi di letteratura chiama-
      no questo periodo “umanesimo volgare”. A Ferrara tornò a fio-
      rire il poema cavalleresco con l’Orlando innamorato del
      Boiardo, a Napoli il Sannazaro con l’Arcadia lanciò un nuovo
      modello di poesia bucolica, a Firenze ricomparve la satira nel-
      l’opera del Pulci, il Morgante. Opere importantissime furono
      prodotte all’inizio del Cinquecento: l’Orlando Furioso dell’A-
      riosto, il Principe e I discorsi sopra la prima deca di Tito Li-
      vio di Machiavelli, gli Asolani del Bembo, il Cortegiano del
      Castiglione. Fu il periodo della disputa su quale fosse la mi-
      glior lingua da usare da parte di tutti gli scrittori: prevalse la
      teoria di Pietro Bembo secondo cui la migliore tradizione
      espressiva era quella offerta dal fiorentino. La cultura rinasci- Il rinnovamento
      mentale si espresse anche in campo pittorico, scultoreo e ar- nella pittura,
      chitettonico. La nuova importanza conferita all’uomo trovò nella scultura
      espressione nel superamento degli schemi astratti dell’arte bi- e nell’architettura
      zantina; non più schemi rigidi e amorfi e tratti costanti nella
      raffigurazione umana (ad esempio la barba era costantemente
      presente nelle raffigurazioni degli imperatori) ma figure di sin-
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