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14 - Umanesimo e Rinascimento
LA DIFFUSIONE DELLE ARMI DA FUOCO
La rivoluzione rinascimentale non ri- so comune solo nei secoli successivi.
guardò solo i campi artistico, letterario Esse segnarono un grande cambiamen-
e filosofico ma anche quello tecnico. to nell’arte della guerra. I pezzi d’arti-
Una delle più importanti innovazioni in glieria (bombarde e colubrine) abbat-
questo campo fu l’introduzione e diffu- tevano le cinte dei castelli, mentre le ar-
sione delle armi da fuoco. Già in epoca mi portatili (archibugi e fucili) annulla-
medievale la cavalleria feudale era sta- vano la protezione dell’armatura caval-
ta soppiantata dalla fanteria: milizie di leresca. In questo modo cavalleria e si-
mercenari a piedi, muniti di lance e ar- gnori feudali persero sempre più d’im-
chi, infrangevano facilmente l’impeto portanza e si può così affermare che il
dei cavalieri; ma le armi da fuoco, pur declino del Medioevo passò anche at-
se note già dal XIV sec., divennero d’u- traverso la rivoluzione dell’arte bellica.
di cogliere in essi i segni premonitori della civiltà cristiana. In
periodo rinascimentale invece la rilettura dei classici ebbe un
nuovo scopo: si cercò innanzitutto di restituire i testi antichi
alla loro forma originaria, sia dal punto di vista contenutistico
che stilistico e si cercò di riscoprirne i valori morali e intellet-
tuali per poterli confrontare con quelli attuali. I tempi moderni
furono così intesi come un ritorno al passato, come una “ri- Il periodo
nascita” e nacque parallelamente il concetto di “media età” (il della rinascita
Medioevo) per indicare il periodo di tempo compreso tra l’età contrapposto
antica e quella contemporanea. Il recupero degli antichi fu un a quello
recupero critico, in cui ci si preoccupò anche di problemi sti- della “media età”
listici e grammaticali e si sentì la necessità di imitare l’esem-
pio degli antichi. Nacque il concetto rinascimentale di imita- Il concetto
zione, cioè la conoscenza della humanitas che è in ogni uo- di imitazione
mo attraverso lo studio e l’emulazione, seguendone l’esem-
pio e il procedimento, delle opere dei classici. Non ci si limitò
comunque a leggere i testi antichi già a disposizione, ma se ne
andarono a cercare di nuovi, e alle opere latine si affiancaro-
no quelle greche portate in Occidente dai dotti bizantini fug-
giti da Costantinopoli per l’avanzata dei Turchi (fra questi si
ricordano Giorgio Gemisto Pletone, Costantino Lascaris e
Giovanni Aurispa). L’Umanesimo inventò il metodo critico di
approccio ai testi: furono controllati commentatori e testi
commentati, cercando di giungere al senso genuino del testo
e segnalando le distorsioni interpretative che poteva aver su-
bito nel corso dei tempi. Questa cultura così legata al libro non
escluse però l’uomo dalla vita civile; grandi umanisti quali Co-
luccio Salutati, Leonardo Bruni, Lorenzo Valla, Leon Batti- Gli umanisti e la
sta Alberti, Giovanni Pontano esaltarono l’impegno dell’uo- partecipazione alla
mo nelle attività terrene e furono essi stessi impegnati nella vita civile e politica
vita politica.
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