Page 58 - Storia della Russia
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(principalmente militari e loro dipendenti). Il principe Vladimir di Starica, parente di Ivan
        abbastanza  stretto  da  poterne  rivendicare  il  trono,  e  al  centro  della  crisi  del  1553,  fu
        obbligato  ad  avvelenarsi  insieme  a  tutta  la  famiglia.  Ivan  chiese  asilo  a  Elisabetta
        d’Inghilterra,  che  glielo  concesse  (rifiutando  però  educatamente  la  sua  offerta  di
        reciprocità). Novgorod, ormai del tutto asservita a Mosca, ma accusata di tradimento dallo
        zar, fu saccheggiata e sottoposta a un sanguinario regno di terrore; Pskov subì quasi la
        stessa sorte. Intanto la guerra con la Livonia continuava e nel 1571 si aprì un secondo
        fronte quando i tatari della Crimea invasero e bruciarono Mosca. L’esercito dell’opričnina
        non riuscì a fermarli: Ivan accusò gli opričniki di essere responsabili della sconfitta e la
        seconda invasione dei tatari, l’anno successivo, fu bloccata soltanto riunendo gli eserciti di

        opričnina  e  zemščina.  Dopo  il  suo  fallimento,  nel  1572  l’amministrazione  separata
        dell’opričnina venne smantellata.
           Si è a lungo dibattuto sul significato dell’opričnina, che fu interpretata in vari modi:

        come un tentativo sistematico, anche se caotico, di rafforzare l’autorità regale contro lo
        strapotere dei nobili e dei dissidenti; come una restaurazione del sistema degli appannaggi,
        un’imitazione dell’inquisizione spagnola o di un khanato della steppa; come un tentativo
        folle,  ma  coerente  di  dare  corpo  al  simbolismo  della  teologia  ortodossa;  come
        l’espressione  radicale  dell’insicurezza,  della  paranoia  e  addirittura  della  follia  dello  zar
        (questa  è,  a  nostro  avviso,  la  spiegazione  più  plausibile).  Ma  la  bizzarria  e  la  violenza
        delle azioni di Ivan, nonché la scarsità delle fonti affidabili che ci rimangono, rendono
        difficile  la  formulazione  di  un  giudizio  definitivo.  L’episodio  non  portò  nessun
        cambiamento duraturo nella struttura politica e sociale del paese e alcune vittime furono
        poco dopo reintegrate nei loro antichi ranghi. Eppure il terrore non finì nel 1572. Per tutto
        il suo regno, Ivan continuò a dare la caccia a traditori veri o immaginari, con ondate di
        arresti ed esecuzioni, e nel 1575 minacciò nuovamente di abdicare.
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