Page 15 - Storia della Russia
P. 15

continuo e comunicazioni internazionali, fu una delle aspirazioni dei sovrani moscoviti e
        degli imperatori di Russia. La capacità della Rus’ di inviare flottiglie mercantili, nonché
        spedizioni militari, al di là del Mar Nero giocò un ruolo importante nelle relazioni tra Kiev
        e Bisanzio: dietro Costantinopoli c’era il Mediterraneo, che divenne accessibile solo alla
        fine del XVIII secolo. I russi non raggiunsero il Pacifico prima del Seicento, mentre le
        moderne basi sul Baltico risalgono al Settecento.

           Le  terre  della  Rus’  erano  sulla  rotta  di  alcune  delle  maggiori  vie  commerciali
        dell’epoca.  La  «strada  dai  varjaghi  [vichinghi]  ai  greci  [bizantini]»  partiva  dal  Baltico,
        seguiva  i  fiumi  Lovat’  e  Volchov,  poi  il  corso  della  Dvina  occidentale  e,  attraverso  lo
        spartiacque del Rialto del Valdaj e delle vicine zone montane, giungeva al fiume Dnepr, al
        Mar Nero e al Bosforo. Il Volga apriva ai mercanti del Nordeuropa la via di Baghdad,
        dell’Arabia  e  più  tardi  della  Cina.  Novgorod,  una  delle  città  più  antiche  della  Rus’,  si
        arricchì facendo da ponte tra il commercio nordeuropeo e i mercati asiatici. Il contributo

        russo  a  questi  scambi  consisteva  principalmente  in  prodotti  della  foresta,  pellicce,
        selvaggina, miele, cera e legname, cui più tardi si aggiunsero canapa, lino, sego e materiali
        per  le  navi.  Con  la  conquista  della  Siberia  cominciò  anche  l’esplorazione  delle  sue
        straordinarie  risorse  minerarie,  ma  la  ricchezza  del  sottosuolo  siberiano  era  difficile  da
        sfruttare poiché, oggi come allora, complicata da raggiungere, trasformare in oggetti utili e
        inviare ai centri del commercio e del consumo. Nel XVIII secolo il ferro russo degli Urali,
        trasportato  con  chiatte  per  via  fluviale,  era  più  economico  a  Costantinopoli  che  a  San
        Pietroburgo.

           Il  modo  in  cui  si  svilupparono  commercio  ed  economia  influenzò  profondamente  la
        fisionomia della società russa. Per la sua epoca la Rus’, che fondava la propria prosperità
        soprattutto sui traffici a distanza, era abbastanza urbanizzata. La conquista mongola, però,
        interruppe molte relazioni commerciali e nella Russia moscovita si sviluppò un’economia
        più  chiusa  e  su  base  agricola,  in  cui  le  città  rappresentavano  soprattutto  centri
        amministrativi o capisaldi militari: la scarsa diffusione del commercio e l’autonomia dei
        latifondi  nobiliari,  infatti,  non  favorirono  l’urbanizzazione  e  l’indipendenza  dei  centri
        urbani.  Fino  al  XIX  e  XX  secolo,  dunque,  le  città  russe  rimasero  relativamente  poche,

        povere e dallo scarso peso politico, fatto che ha rappresentato un elemento cruciale nello
        sviluppo, o meglio nel sottosviluppo, della società civile e della cultura politica in Russia.

           Dimensioni, geografia, geologia e clima hanno quindi imposto limiti precisi al modo di
        vivere e all’evoluzione del paese. Nel corso della loro storia i russi, con poche risorse e
        molti  problemi  di  sicurezza,  hanno  dovuto  affrontare  condizioni  più  dure  di  qualunque
        altro grande stato nel Vecchio o nel Nuovo Mondo. In un simile ambiente vivere, lavorare
        e trovare i mezzi per la sopravvivenza è più difficile, e rappresenta ancora un problema nel
        XX  e  XXI  secolo,  anche  se  meno  grave  che  nel  Mille  e  nel  Millecento.  E  la  stessa
        preoccupazione  hanno  anche  tutte  le  altre  società  dell’Eurasia  interna,  che  in  questo  si
        differenziano da quelle costiere dell’Eurasia esterna. Nelle parole di Christian: «Le società
        che hanno fatto la storia dell’Eurasia interna sono quelle che hanno saputo concentrare e
        raccogliere  le  scarse  risorse  umane  di  una  regione  per  natura  relativamente  poco
        produttiva». In queste condizioni ostili, i governi succedutisi tra gli slavi orientali si sono
        dimostrati straordinariamente capaci, e la Russia è divenuta e resta, anche dopo aver perso
        lo  status  di  superpotenza  nel  1991,  il  più  grande  stato  territoriale  del  mondo,  forte  e

        influente sia dal punto di vista economico sia militare.
   10   11   12   13   14   15   16   17   18   19   20