Page 12 - Storia della Russia
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dalle  stagioni,  dovevano  fare  i  conti  con  distanze  di  oltre  ottomila  chilometri  e  dieci
        differenti fusi orari. Così le vie fluviali, che rappresentavano le più importanti arterie di
        comunicazione, divennero per la Rus’ la chiave di sviluppo. Ma i fiumi hanno rapide, zone
        con bassi fondali, straripano in primavera, si seccano in estate, gelano d’inverno, e col
        disgelo si riempiono di pericolosi blocchi ghiacciati. Nei lunghi inverni, il ghiaccio e la
        neve  indurita  formavano  il  terreno  adatto  per  le  slitte  e  in  quel  periodo  dell’anno  era
        spesso più facile viaggiare lungo percorsi in estate disastrati e impraticabili. Il freddo e il
        gelo,  però,  erodono  anche  le  strade  meglio  lastricate,  e  con  il  disgelo  primaverile  e  le
        piogge  d’autunno  le  vie  di  comunicazione  sparivano  sott’acqua  o  si  scioglievano  nel
        fango, rendendo gli spostamenti quasi impossibili. Anche in epoca moderna, nonostante le

        nuove tecnologie e i nuovi materiali, la manutenzione delle strade è rimasta un problema
        complesso e fonte di ingenti spese in molte zone del paese.
           Nella geografia dell’Europa orientale e dell’Eurasia interna la posizione settentrionale si

        accompagna a un clima continentale freddo e relativamente secco. Le zone di vegetazione
        dell’area riflettono queste caratteristiche. All’estremo nord, intorno al Circolo polare, si
        estende la tundra, una regione di permafrost, con una temperatura media di -10°C e neve
        per quasi tutto l’anno, dove crescono sparsi alberi bassi, arbusti, muschi e licheni. A sud
        della tundra comincia la foresta: la taiga, o foresta boreale, è una vasta distesa di conifere
        che rappresenta la più grande riserva di legname dolce del mondo, con alberi decidui che
        crescono su terreni poveri di sostanze e spesso acquitrinosi; da ovest si estende per tutta la
        Siberia e ospita una fauna che fu in grado di fornire alla Russia antica una straordinaria
        quantità di pellicce, il cui commercio, come sarebbe avvenuto più tardi in Nordamerica,
        incentivò esplorazione e insediamento.

           Più in basso, la taiga sfuma in una foresta mista di conifere (pini e abeti rossi) e di
        querce, aceri e faggi decidui (molti ormai tagliati) che a sud si estende fino a Kiev e a est
        fino agli Urali. Qui il terreno, sebbene più ricco, è ancora relativamente povero e le brevi e
        piovose estati lo rendono poco adatto all’agricoltura. Ciononostante, questa zona di foreste
        miste divenne il cuore della Rus’ e della Moscovia. I fiumi della Russia europea, infatti,
        nascono proprio qui, fornendo agli abitanti di queste terre e ai loro governi importanti vie

        di comunicazione, mentre la foresta li proteggeva dagli attacchi provenienti dalle steppe
        del sud e dai nemici giunti da Occidente. Fu questo, fin dalle origini, l’ambiente in cui
        nacquero e si svilupparono la vita e la cultura russe. A tal proposito, il grande storico del
        XIX secolo Vasilij Ključevskij, scrisse:


              Fino  alla  metà  del  XVIII  secolo  la  maggior  parte  dei  russi  viveva  nei  boschi  delle  nostre  pianure.  La  steppa
              entrava nelle loro esistenze solo in occasioni nefaste, con le invasione tatare e le rivolte dei cosacchi. Nel XVII
              secolo, a un occidentale in viaggio da Smolensk a Mosca, la Moscovia appariva ancora come una sterminata
              foresta intervallata da radure di dimensioni più o meno grandi su cui sorgevano villaggi e città. […] I boschi
              offrivano ai russi molti vantaggi economici, politici e perfino morali. Fornivano una casa in pino o in quercia, da
              riscaldare con legname di betulla e di pioppo e da illuminare con accenditoi di betulla. Dalla foresta si ricavavano
              scarpe di fibra di tiglio e utensili vari. […] La foresta era il rifugio più sicuro dai nemici esterni e sostituiva
              montagne e fortezze. Lo stato stesso, dopo una Rus’ distrutta perché troppo vicina alle steppe, si poté sviluppare
              solo a nord, lontano da Kiev, protetto dai boschi. […] [Eppure] la foresta rappresentò sempre un fardello per i
              russi. Nell’antichità, quando era troppo rigogliosa, intralciava le strade e i sentieri, riconquistava a poco a poco
              prati e campi disboscati a fatica e minacciava gli uomini e il bestiame con lupi e orsi. La foresta dava asilo a ladri
              e briganti. Strappare con ascia e fuoco appezzamenti da coltivare era un lavoro ingrato ed estenuante. […] I russi
              non hanno mai amato la loro foresta.

           Proseguendo verso sud, lungo una linea che da Kiev passa per Tula, Rjazan’ e Kazan’,
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