Page 10 - Storia della Russia
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La posizione geografica

        Come per la maggior parte dei paesi, anche la storia della Russia e la sua evoluzione sono
        state influenzate in maniera determinante dalla posizione geografica. Situata nella pianura
        dell’Esteuropa,  alla  periferia  della  penisola  europea,  la  Russia,  per  secoli  il  paese  più
        esteso  del  pianeta,  abbraccia  Europa  e  Asia,  e  sebbene  esposta  al  continuo  pericolo  di
        attacchi, ha sempre goduto di grandi possibilità di espansione: società di frontiera per gran
        parte  della  sua  storia,  il  suo  sviluppo  è  stato  caratterizzato  dalla  continua  esigenza  di

        difendersi, una forte crescita territoriale e una spinta colonizzatrice. Vasta e povera, con un
        clima rigido e inclemente, nel corso dei secoli la Russia ha saputo utilizzare e sfruttare con
        notevole successo le proprie risorse per garantirsi una sopravvivenza nazionale.
           La Rus’, il più antico stato degli slavi orientali, con al centro la città di Kiev, apparve tra

        il IX e il X secolo. Il suo territorio, la cui posizione e natura hanno esercitato un’influenza
        decisiva sulla storia di Rus’ e Russia, si estendeva dal mar Baltico al Mar Nero, dal fiume
        Dnepr  al  Volga,  attraverso  la  pianura  esteuropea.  Immerso  nelle  foreste  al  confine
        nordorientale  di  quella  che  in  seguito  sarebbe  divenuta  l’Europa,  il  nuovo  stato  era
        indissolubilmente legato alle steppe che si aprivano verso l’Asia. La pianura esteuropea fa
        parte di un vasto bassopiano che dai monti Carpazi in Romania si estende oltre la bassa
        catena degli Urali, attraversa la Siberia occidentale e finisce con l’altipiano della Siberia
        centrale, al di là del fiume Enisej; si tratta di un’immensa distesa, interrotta da pochissimi
        rilievi,  che  unisce  l’Asia  all’Europa  (le  catene  montuose  sorgono  solo  lungo  il  suo
        perimetro). Queste terre pianeggianti sono state chiamate in vari modi, ma in un recente
        studio  David  Christian  ha  dato  loro  il  nome  di  Eurasia  interna,  per  distinguerle  dalle
        circostanti terre costiere più fertili, popolose e sviluppate dell’Eurasia esterna. L’«Eurasia

        interna» è una regione storica a tutti gli effetti, paragonabile all’«Europa», all’«Africa» o
        all’«India».  Le  condizioni  climatiche  e  ambientali  di  questo  vasto  territorio  spinsero  i
        popoli  che  l’abitavano  verso  scelte  e  strategie  che  resero  le  loro  società  radicalmente
        diverse da quelle di Cina, India, Europa occidentale o meridionale. Dediti soprattutto alla
        pastorizia,  questi  popoli  si  spostavano  per  enormi  distanze,  e  le  condizioni  di  vita  e
        l’organizzazione  sociale  cui  erano  sottoposti  li  rendevano  particolarmente  bellicosi.
        L’allevamento, che nelle foreste nordoccidentali esisteva da millenni, dal 500 d.C. in poi,
        con le grandi migrazioni, si sviluppò notevolmente.

           La storia più antica di questa regione è fatta di spostamenti e invasioni, del susseguirsi
        di regni fondati da vari popoli guerrieri: la Rus’ fu solamente uno dei tanti sorti e caduti
        nell’Eurasia interna. Alcuni popoli nomadi, che combinavano transumanza e stanzialità,
        edificarono  grandi  città  al  centro  dei  loro  imperi  (nel  XVIII  secolo  i  russi  si
        identificheranno con gli sciti che nel primo millennio a.C. occupavano le steppe pontiche a
        nord  del  Mar  Nero,  mentre  i  polacchi  si  richiameranno  ai  sarmati,  subentrati  agli  sciti
        all’epoca di Cristo) e nel XIII secolo lo stato della Rus’ fu sottomesso dall’ultimo e più
        grande popolo nomade delle steppe, i mongoli di Gengis Khan: i regnanti di Russia si

        proclameranno eredi, oltre che di Bisanzio, anche dei khan dell’Orda d’Oro. L’espansione
        in Siberia della Moscovia e in Asia centrale della Russia imperiale non fece che rafforzare
        questa discendenza politica e culturale anche dal punto di vista geografico.

           Ma le steppe erano aperte a molti invasori. Durante le grandi migrazioni del IV e V
        secolo a.C. tribù germaniche come i goti, provenienti dalle regioni del Baltico, si diffusero
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