Page 410 - Profili di Storia
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                                                                                  Il tramonto della repubblica



                         Morte di Cesare e fallimento dei congiurati La somma di poteri eccezionali assunti da
                        Cesare e i suoi nuovi progetti militari non allarmarono soltanto, com’era prevedibile, i se-
                        natori tradizionalisti, ma anche alcuni suoi seguaci, che non tolleravano l’idea di vedere
                        Cesare seduto sul trono di Roma. Fu ordita una congiura, guidata da Marco Giunio Bru-
                        to e da Gaio Cassio. Alle Idi di marzo (il quindicesimo giorno del mese) dell’anno 44 a.C.,
                        Cesare cadde trafitto dai pugnali dei congiurati mentre entrava in senato.
                        I nemici di Cesare avevano preparato bene la congiura, ma non avevano nessun proget-
                        to per il futuro. Commisero anche l’errore di lasciare in vita i principali collaboratori di
                        Cesare: primo fra tutti Marco Antonio, fidato luogotenente del dittatore e console nel 44
                        a.C. Nelle ore successive alla congiura, Antonio agì con grande abilità. Ottenne dal se-
                        nato i funerali di Stato per Cesare e diede pubblica lettura del suo testamento durante le
                        esequie. La vista del cadavere di Cesare, della sua toga crivellata dai pugnali e intrisa di
                        sangue, e soprattutto la lettura del suo testamento, che assegnava a ciascun romano una
                        somma di denaro, infiammarono il popolo. Per sottrarsi al linciaggio, i congiurati dovet-  GUIDAALLOSTUDIO
                        tero fuggire da Roma. Il loro fallimento era evidente.                              1. Quale impresa militare era in
                                                                                                            procinto di compiere Cesare prima di
                        Antonio si atteggiò a garante dell’ordine e della riconciliazione. Procedette con cautela  essere ucciso?
                        per consolidare la propria posizione senza entrare in un prematuro scontro con gli otti-  2. Cesare apparteneva alla fazione
                                                                                                            dei populares?
                        mati. In questi frangenti la vera sorpresa venne da un ragazzo appena diciannovenne,  3. Che cosa diceva il testamento di
                        Gaio Ottavio, pronipote, figlio adottivo di Cesare e suo principale erede.          Cesare letto da Marco Antonio?



                        9. Il secondo triumvirato e la successione di Cesare

                         Un politico nato Gaio Ottavio discendeva da una famiglia di cavalieri della città di Vel-
                        letri, che si era imparentata con la gens Iulia(quella cui apparteneva Cesare) quando il non-
                        no di Ottavio aveva sposato una sorella di Cesare. Quest’ultimo lo adottò, e Ottavio – se-
                        condo le regole dell’onomastica romana – prese quindi il nome di Gaio Giulio Cesare Ot-
                        taviano. Quando Cesare cadeva sotto i pugnali dei congiurati, Ottaviano si trovava in Ma-
                        cedonia dove attendeva il padre adottivo per partecipare alla campagna contro i Parti. Alla
                        notizia della congiura si precipitò a Roma per far valere i propri diritti di erede e reclamare
                        i tre quarti del patrimonio che il dittatore gli aveva lasciato. Antonio lo trattò con una suffi-  † Busto di Ottaviano all’epoca
                        cienza che sfiorò il disprezzo. Ottaviano cominciò allora a gettarsi nella mischia con un’a-  della battaglia di Azio
                                                                                                           [Musei Capitolini, Roma]
                        bilità che sorprese i contemporanei come ancora oggi stupisce gli storici: non si fece trasci-  Dopo l’uccisione di Cesare nel 44
                        nare dal risentimento e agì con grande cautela, da politico consumato.             a.C., Ottaviano si presentò come il
                                                                                                           più intransigente continuatore della
                        Ottaviano sfruttò abilmente il ricordo di Cesare per legare alla propria persona i vetera-  politica cesariana, favorito
                        ni del condottiero scomparso, timorosi di non ottenere le terre che erano state loro asse-  dall’atteggiamento cauto di Antonio,
                                                                                                           allora indiscusso erede politico di
                        gnate. Egli screditava inoltre presso questi soldati e presso il popolo di Roma la figura di  Cesare.
                        Antonio, rimproverandogli il comportamento conciliante adottato nei confronti degli as-
                        sassini di Cesare e dei loro amici. Ma parallelamente manteneva contatti con Cicerone
                        che, ritenendo il figlio di Cesare meno pericoloso dei cesariani, non gli faceva mancare il
                        suo appoggio. Così il prestigio e la forza di Ottaviano crescevano di giorno in giorno.
                         La battaglia di Modena La tensione salì a livelli alti e sembrava dover sfociare da un
                        momento all’altro in una nuova guerra civile. Un dissidio tra uno dei congiurati, Decimo
                        Bruto, e Antonio, portò quest’ultimo a prendere le armi e ad assediare il rivale nella città
                        di Modena. Il senato gli inviò contro gli eserciti consolari e lo stesso Ottaviano, al co-
                        mando di un esercito da lui reclutato. Nella battaglia di Modena (43 a.C.) Antonio fu
                        sconfitto, ma le sue perdite furono lievi; egli riuscì a raggiungere la Gallia Transalpina e
                        a unire le sue forze a quelle di un altro fedele ufficiale di Cesare, Lepido.

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