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Modulo 4
Una nuova potenza
mediterranea: Roma
SCIENZA La tecnica degli accampamenti
E TECNICA
Q uando si parla delle vittorie ro- ® Un
mane viene spontaneo pensare
all’urto degli eserciti, all’abilità dei genera- accampamento
romano
li, al coraggio e all’esperienza dei legionari. Questa
Ma i Romani conseguirono tanti successi ricostruzione è
perché capirono come nessun altro popolo stata realizzata
seguendo la
antico che le vittorie si ottengono anche descrizione dello
con imprese molto meno brillanti ed eroi- storico greco
che delle battaglie: per esempio scavando Polibio.
fossati, piantando palizzate, costruendo ri-
coveri.
Gli antichi stessi riconoscevano che i Roma-
ni erano imbattibili anche perché erano mae-
stri insuperati nella disciplina castrorum, l’or-
ganizzazione degli accampamenti.
Una grande esperienza maturata nel tempo
insegnava nei minimi particolari come pro-
cedere in questo settore. La prima operazio-
ne era la scelta del luogo, che doveva avere
alcuni requisiti indispensabili: disponibilità
d’acqua e di legna, abbondanza di foraggio
per i cavalli, elementi del paesaggio che
rafforzavano le difese.
Le prime operazioni erano lo spianamento
del terreno, lo scavo di un fossato e, imme-
diatamente a ridosso, l’erezione di una pa-
lizzata che poteva essere dotata di torri e di
bastioni.
Davanti alla palizzata venivano talvolta sca-
vate buche profonde con pali acuminati per
ostacolare un eventuale assalto.
L’accampamento, solitamente di forma qua-
drata o rettangolare, disponeva di quattro
porte, una per ogni lato. Lo spazio interno
era suddiviso da vie formanti un reticolo il
cui aspetto ricordava quello della centu- potrebbe dire che l’accampamento era una sidiare i territori conquistati dai Romani,
riazione [®L’impronta di Roma nelle specie di città. ma non del tutto pacificati. Questi campi
campagne,p.302]. Se pensiamo che strutture come queste ve- avevano ovviamente dimensioni ben più
Ogni zona del campo aveva una sua destina- nivano costruite in poche ore alla fine di una grandi ed erano spesso costruiti con largo
zione, che veniva ripetuta in modo rigoroso: giornata di marcia, e che spesso venivano ricorso a opere in muratura. Essi attiravano
il quartiere del comandante, il recinto desti- smontate la mattina seguente o comunque inoltre un gran numero di civili (contadini,
nato alla presa degli auspìci, la tribuna da dopo pochi giorni, ne deduciamo che anche mercanti, artigiani, osti, ecc.) che in-staura-
dove il comandante amministrava la giusti- in questo settore l’esercito romano funzio- vano rapporti economici con i soldati. Nei
zia e parlava all’esercito, gli alloggiamenti nava come una macchina perfetta: ciascu- pressi dei campi sorgevano piccoli villaggi
delle truppe scelte e dei soldati semplici, i re- no, dal primo degli ufficiali all’ultimo dei dove si trovavano anche le donne e i figli dei
cinti dei cavalli, le latrine, i magazzini, l’in- soldati, aveva un compito ben preciso, e cia- soldati: si trattava di famiglie non ricono-
fermeria per gli uomini e quella per i cavalli, scuno agiva in perfetto sincronismo con gli sciute dalla legge – i soldati in servizio non
l’officina per la riparazione delle armi, del- altri. potevano sposarsi – ma che erano comun-
l’artiglieria e dei veicoli, il Foro, destinato ad Oltre a quelli effimeri, che venivano monta- que tollerate. Tutto questo spiega come mai
accogliere le riunioni dell’esercito: ogni ele- ti e smontati rapidamente, esistevano campi dai campi militari sorgessero talvolta vere e
mento andava collocato al posto giusto. Si permanenti, che avevano la funzione di pre- proprie città.
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