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                                             Modulo 4
                                             Una nuova potenza
                                             mediterranea: Roma



                 VITA SOCIALE                Il trionfo
                 E DIRITTO


                     l trionfo era una fastosa processione  dal capo dei nemici. Normalmente essi era-  da guerra, con le decorazioni in bella mo-
                 Iche partiva dalla Porta Trionfale, attra-  no affidati al boia subito dopo la conclusio-  stra. Soltanto in quella particolare circo-
                 versava la città, saliva al Campidoglio e si  ne del trionfo o venivano gettati in carcere,  stanza, ai soldati era concesso sovvertire le
                 concludeva con un solenne sacrificio davan-  in attesa di una morte non meno terribile. La  regole della disciplina e il rispetto dovuto al
                 ti al tempio di Giove. Cerimonia antichissi-  massa dei prigionieri comuni, incatenati, era  comandante: come in una specie di carneva-
                 ma, che i Romani presero dagli Etruschi, il  invece avviata alla schiavitù.  le, gli rivolgevano cori e lazzi prendendolo
                 trionfo era tante cose insieme: una festa, un  Il gruppo del trionfatore occupava la posi-  in giro. Tutti coloro che partecipavano alla
                 rito religioso, uno spettacolo.      zione centrale del corteo. Lo precedevano i  sfilata, tranne i prigionieri nemici, indossa-
                 Il corteo era aperto dai senatori e dai magi-  littori, con i mantelli rossi da guerra e le inse-  vano corone d’alloro.
                 strati in toga accompagnati dagli squilli del-  gne del potere, i fasci, avvolti in corone d’al-  Secondo la tradizione, il trionfo poteva esse-
                 le trombe. Seguivano le vittime da sacrifica-  loro. Il trionfatore incedeva su un cocchio ti-  re concesso solo in presenza di alcuni requi-
                 re a Giove Capitolino: il rito richiedeva tori  rato da quattro cavalli bianchi, era vestito di  siti: la campagna militare doveva aver avuto
                 bianchi, o almeno con una macchia bianca  rosso e aveva la faccia dipinta di rosso, esat-  un’importanza rilevante (almeno 5000 ne-
                 sulla fronte. Sfilava poi il bottino, accumula-  tamente come la statua di Giove Capitolino.  mici dovevano essere stati uccisi in batta-
                 to su carri o su portantine e corredato da car-  Reggeva inoltre lo scettro del dio e il suo ca-  glia) e il generale doveva essere un magistra-
                 telli che indicavano l’entità e la provenienza  po era cinto da una corona d’alloro. Talvolta  to superiore, oppure un propretore o un
                 degli oggetti. Erano anche esibite le «corone  uno schiavo teneva sollevata sul suo capo  proconsole.
                 trionfali», le corone preziose offerte al gene-  un’immagine della dea Vittoria alata. In  Ai generali vittoriosi, che tuttavia non erano
                 rale dalle città dell’impero. Grandi pannelli  quei momenti, il trionfatore appariva come  ritenuti degni del trionfo, era concessa l’ova-
                 illustrati rappresentavano le fasi salienti del-  una sorta di dio vivente. Sul carro prendeva-  tio, l’«ovazione», una specie di trionfo mi-
                 la campagna: le battaglie, gli assedi, gli atti di  no posto i figli e le figlie più piccoli, mentre  nore. Il generale entrava a Roma a piedi o a
                 eroismo, la cattura dei condottieri e dei re  quelli adulti e i parenti stretti cavalcavano a  cavallo e non sul cocchio, indossava la toga
                 nemici.                              fianco.                               pretesta e non quella dipinta di rosso, non
                 Insieme con il bottino sfilavano, a piedi o su  Il cocchio era seguito dagli ufficiali, dai pri-  aveva lo scettro e portava una corona di mir-
                 carri, i prigionieri di alto rango, preceduti  gionieri liberati e infine dai soldati in tenuta  to invece che di alloro.




                   † Il trionfo
                   [disegno ricostruttivo di P. Connolly]
                   Il disegno raffigura l’ultimo momento del corteo trionfale
                   che, dopo aver attraversato le strade di Roma, la
                   Via Sacra e il Foro, si appresta a salire le
                   scale del colle capitolino.































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