Page 333 - Profili di Storia
P. 333
P1_Modulo04b.QXD 22-02-2010 11:51 Pagina 318
Modulo 4
Una nuova potenza
mediterranea: Roma
VITA SOCIALE Il trionfo
E DIRITTO
l trionfo era una fastosa processione dal capo dei nemici. Normalmente essi era- da guerra, con le decorazioni in bella mo-
Iche partiva dalla Porta Trionfale, attra- no affidati al boia subito dopo la conclusio- stra. Soltanto in quella particolare circo-
versava la città, saliva al Campidoglio e si ne del trionfo o venivano gettati in carcere, stanza, ai soldati era concesso sovvertire le
concludeva con un solenne sacrificio davan- in attesa di una morte non meno terribile. La regole della disciplina e il rispetto dovuto al
ti al tempio di Giove. Cerimonia antichissi- massa dei prigionieri comuni, incatenati, era comandante: come in una specie di carneva-
ma, che i Romani presero dagli Etruschi, il invece avviata alla schiavitù. le, gli rivolgevano cori e lazzi prendendolo
trionfo era tante cose insieme: una festa, un Il gruppo del trionfatore occupava la posi- in giro. Tutti coloro che partecipavano alla
rito religioso, uno spettacolo. zione centrale del corteo. Lo precedevano i sfilata, tranne i prigionieri nemici, indossa-
Il corteo era aperto dai senatori e dai magi- littori, con i mantelli rossi da guerra e le inse- vano corone d’alloro.
strati in toga accompagnati dagli squilli del- gne del potere, i fasci, avvolti in corone d’al- Secondo la tradizione, il trionfo poteva esse-
le trombe. Seguivano le vittime da sacrifica- loro. Il trionfatore incedeva su un cocchio ti- re concesso solo in presenza di alcuni requi-
re a Giove Capitolino: il rito richiedeva tori rato da quattro cavalli bianchi, era vestito di siti: la campagna militare doveva aver avuto
bianchi, o almeno con una macchia bianca rosso e aveva la faccia dipinta di rosso, esat- un’importanza rilevante (almeno 5000 ne-
sulla fronte. Sfilava poi il bottino, accumula- tamente come la statua di Giove Capitolino. mici dovevano essere stati uccisi in batta-
to su carri o su portantine e corredato da car- Reggeva inoltre lo scettro del dio e il suo ca- glia) e il generale doveva essere un magistra-
telli che indicavano l’entità e la provenienza po era cinto da una corona d’alloro. Talvolta to superiore, oppure un propretore o un
degli oggetti. Erano anche esibite le «corone uno schiavo teneva sollevata sul suo capo proconsole.
trionfali», le corone preziose offerte al gene- un’immagine della dea Vittoria alata. In Ai generali vittoriosi, che tuttavia non erano
rale dalle città dell’impero. Grandi pannelli quei momenti, il trionfatore appariva come ritenuti degni del trionfo, era concessa l’ova-
illustrati rappresentavano le fasi salienti del- una sorta di dio vivente. Sul carro prendeva- tio, l’«ovazione», una specie di trionfo mi-
la campagna: le battaglie, gli assedi, gli atti di no posto i figli e le figlie più piccoli, mentre nore. Il generale entrava a Roma a piedi o a
eroismo, la cattura dei condottieri e dei re quelli adulti e i parenti stretti cavalcavano a cavallo e non sul cocchio, indossava la toga
nemici. fianco. pretesta e non quella dipinta di rosso, non
Insieme con il bottino sfilavano, a piedi o su Il cocchio era seguito dagli ufficiali, dai pri- aveva lo scettro e portava una corona di mir-
carri, i prigionieri di alto rango, preceduti gionieri liberati e infine dai soldati in tenuta to invece che di alloro.
† Il trionfo
[disegno ricostruttivo di P. Connolly]
Il disegno raffigura l’ultimo momento del corteo trionfale
che, dopo aver attraversato le strade di Roma, la
Via Sacra e il Foro, si appresta a salire le
scale del colle capitolino.
318