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Modulo 4
Una nuova potenza
mediterranea: Roma
Fase 3. Al centro le legioni continuano a respingere la fanteria celtica e iberica,
la cui linea comincia a flettersi in senso opposto. Sulla destra romana, lungo il
fiume, la cavalleria celtica e iberica preme quella nemica fino ad aprirsi un varco,
Fase 1. Le truppe leggere puniche stanno di copertura ai soldati celtici attraverso il quale attacca la cavalleria alleata, schiacciata tra due contingenti
e iberici schierati a mezzaluna. La cavalleria è schierata più indietro. nemici. Le legioni si trovano i contingenti di fanteria pesante africana sui fianchi.
Fase 2. La battaglia è aperta dalle truppe leggere, quindi entra in scena Fase 4. Nel centro le legioni romane continuano la loro avanzata finché sono
la fanteria pesante; le legioni romane fanno indietreggiare il centro circondate dalle falangi libiche e infine attaccate dalla cavalleria alle spalle.
cartaginese facendo flettere la mezzaluna.
Con una mossa fulminea, che colse i Romani di sorpresa, Annibale penetrò in Italia al co-
π Le fasi principali
della battaglia di Canne mando di ventimila fanti e di seimila cavalieri: tutti uomini bene armati, disciplinati, de-
1. legioni; 2. fanteria alleata dei voti al loro generale. I racconti della sua impresa insistono su elementi avventurosi: il pas-
Romani; 3. cavalleria romana; 4.
cavalleria alleata; 5. velites, o armati saggio delle Alpi innevate; le incursioni audaci nel cuore dell’Italia; i potenti eserciti ne-
alla leggera romani; 6. armati alla mici sconfitti con una tattica sempre brillante ed eseguita con mirabile precisione. Tutto
leggera cartaginesi; 7. fanteria
libica; 8. fanteria celtica e iberica; questo è vero. Ma l’impresa di Annibale non fu soltanto l’avventura di un grande con-
9. cavalleria celtica e iberica; dottiero. Il generale cartaginese aveva infatti anche un progetto molto chiaro e lucido: egli
10. cavalleria numidica.
sapeva bene che il proprio talento e l’efficienza dei suoi soldati non sarebbero stati suffi-
cienti a piegare il nemico; era indispensabile che la confederazione romano-italica si sfal-
dasse e che molti alleati dei Romani passassero dalla sua parte. Per questo egli si presentò
come il liberatore dei popoli italici.
Le sue prime imprese belliche furono travolgenti: gli eserciti romani furono sbaragliati
nel 218 a.C. sul Ticino e sulla Trebbia, nel 217 presso il lago Trasimeno, nel 216 a Can-
ne in Puglia, perdendo complessivamente circa centomila uomini. Particolarmente grave
fu il disastro di Canne: in quella battaglia Annibale realizzò infatti alla perfezione una tat-
tica geniale, che ebbe effetti micidiali.
Roma e i suoi alleati Dal punto di vista militare tutto andò dunque, per Annibale, nel
migliore dei modi. Quello che non gli riuscì fu il progetto politico, cioè la defezione de-
gli alleati italici da Roma. Certo i Galli della Cisalpina, inaspriti per le umiliazioni subìte
da parte dei Romani, aderirono con entusiasmo alla sua causa, e dopo la battaglia di Can-
ne si schierarono con lui anche i Dauni, i Sanniti, i Lucani e i Bretti: l’apporto bellico di
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