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                                             Modulo 4
                                             Una nuova potenza
                                             mediterranea: Roma



                 ® Una quinquereme cartaginese
                          e un «corvo» romano
                       Il nerbo della flotta da guerra
                  cartaginese era costituito da triremi
                  e, soprattutto, quinqueremi, pesanti
                       navi da battaglia lunghe una
                    quarantina di metri (a), dotate di
                   trenta remi su un unico ordine per  a
                    ciascuna fiancata e di un pesante
                   rostro per speronare il nemico (b).
                    Ogni remo era azionato da cinque
                    vogatori probabilmente. Il senato
                 romano, per poter competere con le
                   squadre cartaginesi, fece allestire,                                 b
                  dopo lo scoppio della prima guerra
                  punica, un centinaio di quinqueremi
                 la cui attrezzatura fu completata, nel
                        260 a.C., con i «corvi» che
                  facilitavano l’abbordaggio delle navi
                  avversarie (c). Per sfruttare meglio
                     questo accorgimento i Romani
                 imbarcarono più soldati, fino a cento
                     unità, da impegnare nel corpo a
                                      corpo.




                                                                                                          c





                                             Mamers, forma osca del nome del dio Marte), mercenari campani che in precedenza ave-
                                             vano militato al servizio di Siracusa, s’impadronirono della città di Messina. Da qui ef-
                                             fettuavano scorrerie e saccheggi nelle regioni circostanti. Nel 264 a.C. Messina fu asse-
                                             diata dal tiranno di Siracusa Gerone; i Mamertini chiesero allora aiuto ai Cartaginesi, che
                                             inviarono una flotta. Ma non appena i Siracusani si ritirarono, i Mamertini si ritrovarono
                                             a convivere con la minacciosa presenza cartaginese. Decisero allora d’invocare il soccor-
                                             so dei Romani, che risposero positivamente.
                                             Che l’offerta di aiuto ai Mamertini fosse solo un pretesto fu subito evidente a tutti. Roma
                                             infatti liberò Messina dalla minaccia cartaginese, ma non si fermò: il Senato trasformò la
                                             spedizione in una grande campagna mirante alla conquista della Sicilia. Sulla terraferma
                                             gli eserciti romani non ebbero rivali, ma il dominio assoluto del mare consentiva ai Car-
                                             taginesi di far resistere a tempo indeterminato le loro piazzeforti nell’isola.
                                             Per uscire da questa situazione di stallo, il Senato decise di costruire un’imponente flot-
                                             ta da guerra, che al comando del console Gaio Duilio riportò una bella vittoria nei pres-
                                             si di Milazzo.
                                             Sullo slancio di questo successo i Romani portarono la guerra in Africa. Il console Mar-
                                             co Attilio Regolo si aprì la strada sconfiggendo una flotta cartaginese al largo di Capo Ec-
                                             nomo (sulla costa meridionale della Sicilia) e sbarcò non lontano da Cartagine. Dopo al-
                                             cuni successi subì tuttavia una disastrosa sconfitta e fu fatto prigioniero.
                 GUIDAALLOSTUDIO             La guerra continuò per alcuni anni in un’altalena di vittorie e di sconfitte. Infine, nel 241
                 1. Perché i Romani decisero di  a.C., il console Gaio Lutazio Catulo annientò una grande flotta punica al largo delle iso-
                 soccorrere Messina nel 264 a.C.?
                 2. Le forze militari romane e  le Egadi. Cartagine, ridotta allo stremo, chiese la pace, che le fu concessa a condizioni
                 puniche, in terra e per mare, si  molto pesanti: il pagamento di un’ingente indennità di guerra e la rinuncia a tutti i pos-
                 equivalevano?
                 3. Con quali accordi si concluse la  sedimenti in Sicilia. Si concluse così quella che fu giudicata la più grande guerra della sto-
                 Prima guerra punica?        ria, narrata molte volte dagli storici e dai poeti.

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