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Unità 11
L’Italia e Roma
Un mosaico di popoli e lingue I nomi di queste genti non indoeuropee ci sono quasi † Stele con iscrizione
tutti ignoti. Possiamo tuttavia affermare che probabilmente non erano di origine indoeu- [da Penna Sant’Andrea (Teramo),
Museo Archeologico, Chieti]
ropea i Liguri, che abitavano in origine una regione più estesa dell’attuale Liguria, e i Re-
ti, nella zona alpina tra il Garda e il Brennero. Forse non erano indoeuropei nemmeno i L’iscrizione, che sembra celebrare
una divinità locale, ha reso possibili
misteriosi Sicàni della Sicilia centro-meridionale e gli Èlimi della Sicilia occidentale. importanti progressi nella
Gli indoeuropei immigrati in Italia provenivano certamente dall’area danubiano-balca- conoscenza di questo tipo di segni.
La stele riporta anche l’iscrizione
nica. Non si trattò di un’invasione improvvisa, ma di un movimento che iniziò già in età touta Safina, che corrisponde al
neolitica, protratto nel tempo, con periodiche intensificazioni. Le vie di penetrazione fu- latino civitas Sabina (comunità dei
Sabini).
rono probabilmente due: una terrestre, per un valico delle Alpi Orientali; l’altra maritti-
ma, attraverso l’Adriatico.
Il quadro linguistico dell’Italia antica è estremamente complesso; le lingue indoeuropee
attestate vengono infatti divise, per le caratteristiche che le distinguono, in vari gruppi. I
principali sono: il venetico, parlato nel Veneto, dal Po fino all’Istria; il celtico, parlato nel-
la regione del lago Maggiore, del lago di Como, del Canton Ticino e poi diffuso dalle suc-
cessive immigrazioni di Galli; il falisco, la lingua parlata intorno a Falerii, l’odierna Civi-
ta Castellana (nei pressi di Viterbo); l’osco-umbro, un gruppo vasto, al quale apparten-
gono l’umbro, parlato in Umbria, il sabino, parlato nell’omonima regione, il latino, par-
lato nel Lazio, l’osco, parlato in un’ampia area dell’Italia meridionale, che comprendeva
non solo il territorio principale degli Osci, la Campania, ma anche quelli dove essi s’in-
sediarono successivamente, come il Sannio, cioè l’attuale Abruzzo, la Lucania, il Bruzio,
cioè l’attuale Calabria. Appartenevano al gruppo indoeuropeo anche il messapico, par-
lato in Puglia, e il siculo, parlato in Sicilia.
A questo quadro linguistico, già così ricco, dobbiamo naturalmente aggiungere un’altra
lingua indoeuropea, il greco, introdotta dal grandioso fenomeno della colonizzazione gre-
CELTI (GALLI)
CELTI Aree di influenza
RETI
greca
Aree di influenza
CAMUNI fenicia
VENETI
EQUI Popoli di lingua
CELTO-LIGURI
indoeuropea
LIGURI ILLIRI SARDI Popoli di altre origini
PICENTI
UMBRI
ETRUSCHI
SABINI FRENTANI
CORSI EQUI PELIGNI
FALISCI
DAUNI
LATINI VOLSCI CAMPANI JAPIGI MESSAPI
SANNITI
SARDI
ENOTRI
√ Le popolazioni italiche
BRUZI L’Italia del I millennio a.C. era abitata da numerose
popolazioni di lingua indoeuropea. La cartina registra anche
ELIMI le principali migrazioni di popoli verso la penisola; in
SICANI particolare, gli Illiri, provenienti dall’area balcanica e
SICULI
stanziatisi nel nord-est, e i Celti, provenienti dall’Europa
settentrionale e orientale. Da segnalare infine la presenza di
colonie greche e fenicie lungo le coste meridionali e le isole.
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