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                                             Modulo 4
                                             Una nuova potenza
                                             mediterranea: Roma



                      ® Nuraghe di Santu Antine
                              [Torralba, Sassari]
                  Questo di Santu Antine è senz’altro
                   uno dei migliori esempi di nuraghe
                  «complesso», ossia articolato in più
                  corpi. La funzione di questi edifici è
                   stata a lungo dibattuta. Gli studiosi
                  moderni tendono a dare risalto alla
                    possibile funzione militare, come
                    torri di avvistamento, e difensiva,
                 come rifugio per i pastori dei villaggi
                                       vicini.





























                 GUIDAALLOSTUDIO
                 1. Quali sono le testimonianze della  teggiano l’isola. Il termine nuraghe, di origine antichissima, vuol dire «mucchio di pie-
                 cultura appenninica?        tre», «cavità» e indica quindi perfettamente quelle costruzioni di massi squadrati com-
                 2. Che cosa significa «terramare»?  poste di vari ambienti abitabili. La funzione di questi edifici era militare: erano fortezze
                 3. Chi ha costruito i nuraghi?
                                             destinate al controllo e alla difesa del territorio.



                                             2. Il quadro linguistico

                                              Testi scritti Oltre alle testimonianze archeologiche, disponiamo di quelle linguistiche:
                                             si tratta quasi sempre di iscrizioni incise su materiale non deperibile (ceramica, pietra, me-
                                             tallo, osso, corno) o dipinte su pareti tombali.
                                             Queste testimonianze scritte sono fondamentali per definire il quadro linguistico e quin-
                                             di etnico della penisola. Esse risalgono però all’età del ferro (I millennio a.C.), e sono
                                             quindi molto più tarde rispetto alle epoche in cui aveva preso forma il popolamento qua-
                                             si definitivo dell’Italia antica; esse ci mostrano una situazione etnica e linguistica già ben
                                             delineata.
                                             La distinzione fondamentale, come al solito, è quella tra lingue indoeuropee e lingue non
                                             indoeuropee [®2.8]. La lingua che noi oggi parliamo, l’italiano, è una lingua indoeuro-
                                             pea, direttamente derivata dal latino. Le lingue indoeuropee che durante l’antichità si
                                             parlavano nella penisola furono introdotte dall’esterno. Degli idiomi precedenti, che i lin-
                                             guisti definiscono con il termine di sostrati, sono rimaste solo pochissime parole; per
                                             esempio, dei tipici nomi di luogo in -nt-, come Surrentum; oppure di termini riguardanti
                                             il mondo vegetale, passati poi in latino, come lilium, «giglio», o ficus, «fico».

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