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Unità 11
L’Italia e Roma
1. Il quadro archeologico
Una regione appartata Per la sua posizione geografica, l’Italia restò estranea ai grandi
sviluppi che portarono alla formazione delle civiltà orientali e di quella minoica. Ancora
per tutto il III millennio a.C. i gruppi umani che popolavano la penisola vivevano allo sta-
dio della pietra levigata, o della civiltà «neolitica», e l’età del bronzo ebbe inizio solo nel
II millennio. Quando cerchiamo di ricostruire la storia della penisola in questo periodo,
la documentazione ci pone di fronte ad alcuni difficili problemi.
Omogeneità culturale Per il II millennio a.C. non disponiamo di documenti scritti, ma
soltanto di testimonianze archeologiche. Malgrado la grande varietà dei contesti am-
bientali, il quadro da esse offerto è talmente omogeneo che un solo termine, quello di cul-
tura appenninica, serve a qualificare l’insieme delle testimonianze che nel II millennio so-
no state rinvenute nello spazio assai ampio che va dall’Emilia all’attuale Calabria.
Si tratta di piccoli insediamenti in capanne o in grotte, i cui abitanti vivevano grazie a un’a-
gricoltura di sussistenza, mentre un rilievo maggiore aveva l’allevamento (ovini, caprini,
suini). Erano comunità prive di significativi squilibri sociali, con limitati contatti esterni.
Un quadro materiale e sociale non diverso ci presenta la cultura delle «terramare», che ha † Bronzetto nuragico
[da Uta, Museo Archeologico
il suo fulcro in Emilia e fu così chiamata da un’espressione dialettale emiliana che vuol dire Nazionale, Cagliari]
«terra grassa»; quest’ultima si riferisce ai grandi tumuli ricchi di materie organiche dove un Questo bronzetto, raffigurante un
tempo, per difendersi dalle frequenti inondazioni, sorgevano i villaggi. Anche queste co- guerriero provvisto di spada e di
arco, documenta il largo sviluppo
munità erano prive di squilibri sociali e praticavano l’agricoltura e l’allevamento. della metallurgia del bronzo presso
Presenze «micenee» L’elemento di novità più significativo di tutto il II millennio a.C. le comunità nuragiche, testimoniato
anche dalle fornaci e dai depositi di
è rappresentato dalla presenza sporadica di manufatti micenei [®5.4] risalenti al XV-XII materiali non ancora lavorati ritrovati
sec. e rinvenuti in Puglia, nelle isole del Golfo di Napoli, nei monti della Tolfa (odierna nei nuraghi.
Toscana), in Sardegna. È probabile che mercanti micenei scambiassero i loro manufatti
soprattutto con metalli. La presenza di Micenei, o di mercanti appartenenti ad altri po-
poli che portavano in Italia manufatti micenei, è in ogni caso il chiaro segno che il mon-
do italico si trasformava e cominciava ad aprirsi sul Mediterraneo.
Caratteri fortemente originali ha nel II millennio la cultura nuragica della Sardegna, chia-
mata così dai tipici monumenti in pietra, i nuraghi, che in numero di circa settemila pun-
√ Le antiche civiltà
La cartina illustra le aree di
insediamento delle più antiche civiltà
presenti nella penisola italica
tra II e I millennio a.C.
MAR ADRIATICO
Tavoliere
MAR CIVILTÀ APPENNINICA
TIRRENO
Civiltà nuragica
Civiltà terramaricola
Insediamenti agricoli più
MAR antichi (VI millennio a.C.)
IONIO Civiltà villanoviana
Presenze micenee
(XVI sec. a.C.)
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