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Dossier
Il re scelto dal destino:
Alessandro
tuto raggiungere; pensava che, crescendo le maestro le scienze morali e politiche, ma sempre con sé un esemplare corretto da
conquiste di suo padre, sarebbero diminui- che gli siano stati impartiti anche gli inse- Aristotele [...], che teneva sempre insieme
te le occasioni per sé, mentre egli preferiva gnamenti segreti e più difficili, quelli che al pugnale sotto il guanciale.
ereditare un regno scarso di danaro, lusso e [...] si venivano a conoscere soltanto dalla
godimenti, ma tale da offrire occasioni di viva voce del maestro ed erano riservati agli
lotte, di guerre e di onori. [...] iniziati, tanto che non si portavano mai a
Filippo non si fidò interamente della cura conoscenza della massa. [...] 2. Il grande filosofo greco vissuto tra il 384 e il 322
a.C.
e dell’educazione che potevano impartire Penso che anche la passione per la medici-
ad Alessandro i suoi maestri sia nella musi- na sia stata instillata nell’animo di Alessan-
ca sia nelle discipline che compongono il dro da Aristotele. Alessandro non coltiva- GUIDAALLALETTURA
ciclo di studi abituale, poiché riteneva che va di questa scienza soltanto la parte teori- 1. Il carattere di Alessandro potrebbe definirsi
«calmo e giudizioso», oppure «sfrenato e
fosse un compito superiore a loro [...]. E ca, ma soccorreva anche i suoi amici quan- impulsivo»?
mandò a cercare del più reputato e colto fi- do erano ammalati e prescriveva loro delle 2. Perché Alessandro non si rallegrava delle
losofo del suo tempo, Aristotele , cui pagò cure e diete, come si può rilevare dalle sue conquiste del padre?
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per la sua opera di maestro un salario ge- lettere. Amava per natura lo studio e la let- 3. Quale maestro educò Alessandro? Quali
insegnamenti gli impartì?
neroso e adeguato a lui... [...] Pare che tura; stimava e definiva l’Iliade un sussidio 4. Qual è la lettura che Alessandro riteneva più
Alessandro abbia non soltanto appreso dal per giungere alla virtù militare; ne portava utile?
Il primato del coraggio
Nella prima battaglia che vide l’esercito di Alessandro contro quello di Dario, i Persiani commi-
sero un errore fatale: sottovalutarono l’entità delle forze macedoni e si fecero trovare imprepara-
ti. I Macedoni si erano invece accuratamente preparati allo scontro e combatterono mirabilmen-
te. Ma la palma della vittoria fu conquistata grazie al contributo decisivo del loro giovane re, che
condusse una travolgente carica di cavalleria e mise in fuga, per la prima volta, i Persiani. La par-
tecipazione attiva alle battaglie rimase una caratteristica tipica della figura di Alessandro, e in
quanto tale fu praticata anche dai condottieri che nei secoli successivi si proposero come emuli
del grande sovrano macedone.
Il successo presso il fiume Granico rese tangibile la possibilità di abbattere l’impero di Dario e
Alessandro non mancò di celebrare l’episodio. Egli commissionò allo scultore Lisippo un gruppo
bronzeo, che venne innalzato nel santuario di Zeus a Dion, in Macedonia, luogo rituale di adu-
nata dell’esercito macedone. Il gruppo era formato da ventisei figure a cavallo, in grandezza na-
turale: il re era raffigurato nella foga del combattimento, in mezzo a venticinque dei suoi cavalie-
ri morti durante il primo assalto. La fama di quest’opera, (che fu poi portata a Roma quando la
Macedonia divenne provincia romana) fu enorme durante tutta l’antichità e contribuì a tener vi-
vo il ricordo di quell’epico scontro.
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Diodoro Siculo, Biblioteca storica, XVII, 19; 21, 4-6 opportunamente l’esercito in ordine di tre Alessandro, che aveva con sé, nell’ala
battaglia. I barbari allora disposero di destra, i migliori cavalieri, fu il primo ad as-
Alessandro, quando seppe della concen- fronte all’intero schieramento dei Macedo- salire i Persiani e, scontratosi con i nemici,
trazione di forze dei Persiani, avanzò, e, ni la loro numerosa cavalleria, con la quale ne fece una grande strage. [...]
dopo una rapida marcia, si accampò di avevano pensato di attaccare battaglia. [...]
fronte ai nemici, in modo tale che il Grani- I cavalieri erano complessivamente più di
co scorreva tra i due accampamenti. I bar- diecimila. I fanti persiani non erano meno
bari, occupate le falde del monte, se ne sta- di centomila , e se ne stavano tranquilla- 1. Come accade spesso nei resoconti degli storici an-
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vano tranquilli, avendo deciso di attaccare mente schierati in seconda linea, perché tichi, le cifre dei soldati messi in campo non sono at-
i nemici mentre attraversavano il fiume, sembrava che la cavalleria bastasse a scon- tendibili. Dobbiamo intendere semplicemente che,
perché pensavano di vincere facilmente in figgere i Macedoni. Quando le due caval- secondo l’autore, i Persiani schierarono un esercito
battaglia quando la falange dei Macedoni lerie si scontrarono animosamente, i cava- ingente, assai superiore quantitativamente a quello
macedone.
si fosse sparpagliata. Ma Alessandro all’al- lieri tessali guidati da Parmenione , che si 2. Il contingente di cavalieri provenienti dalla regione
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ba fece arditamente passare le truppe dal- trovavano nell’ala sinistra, sostennero vali- greca della Tessaglia, comandati dal generale Parme-
l’altra parte e prevenì i nemici schierando damente l’assalto dei loro avversari, men- nione [®Unità 10, DOC1, nota 7].
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