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                                             Modulo 3
                                             Il mondo greco



                                                                            √ Il palazzo di Pella
                                                                            L’architettura ellenistica del palazzo di Pella, capitale del regno
                                                                            macedone, rivela palesi segni di fasto: di notevole bellezza sono i cortili,
                                                                            circondati da eleganti colonnati e i pavimenti a mosaico realizzati con
                                                                            ciottoli naturali colorati.

                                                                            ro magistrati, i loro templi. Questa autonomia era però
                                                                            limitata alla sola amministrazione interna delle città;
                                                                            ogni argomento di qualche rilievo, ogni decisione, so-
                                                                            prattutto in materia di politica estera, dipendeva dalla
                                                                            volontà di una monarchia fortemente accentrata. Le
                                                                            città, inoltre, erano tenute a versare un tributo annuo
                                                                            alle casse reali, e questo era considerato la più eviden-
                                                                            te manifestazione di soggezione a un potere esterno al-
                                                                            la polis: i cittadini delle poleis diventano, in altri termi-
                                                                            ni, sudditi di un regno.
                                                                            Il re come dio Tra gli aspetti più rilevanti di questo
                                                                            nuovo scenario furono la divinizzazione e il culto del
                                                                            sovrano, introdotti da Alessandro Magno e diffusisi
                                                                            ovunque lentamente ma progressivamente: con mag-
                                                                            giore facilità, per antiche tradizioni, in Oriente, più dif-
                                                                            ficilmente in Grecia e in Macedonia, le cui popolazio-
                                                                            ni erano restie a tributare onori divini a un uomo vi-
                                                                            vente. Il culto del sovrano trovò terreno fertile nel de-
                 GUIDAALLOSTUDIO             clino della polis: quelle divinità viventi svolgevano infatti una funzione rassicurante. I sud-
                 1. Il palazzo sostituì i templi  diti si convinsero sempre più che quei monarchi divini fossero portatori di bene e di fe-
                 sull’acropoli delle poleis?  licità. Basti pensare ai loro soprannomi: Sotèr (Salvatore), Evergète (Benefattore), Epifà-
                 2. In che senso i cittadini
                 diventarono sudditi ?       ne (colui che appare come un dio benefico), e così via.



                                             8. La cultura ellenistica

                                              Una cultura «internazionale» Le vicende dei regni s’inquadrano in una nuova epoca
                                             della storia antica che gli storici chiamano ellenismo, e che si estende convenzionalmente
                                             dalla morte di Alessandro Magno, avvenuta nel 323 a.C., alla battaglia di Azio del 31 a.C.,
                                             cui fece seguito la conquista romana dell’Egitto. La parola ellenismo indica l’aspetto fon-
                                             damentale di quest’epoca: la diffusione della cultura greca in un’area immensa, dalla Ma-
                                             cedonia al Vicino Oriente, ai limiti dell’India, dal Mar Nero all’Etiopia. La lingua, i costu-
                                             mi, l’arte, la letteratura, la filosofia, la religione dei Greci penetrarono in terre lontane e
                                             spesso vi si radicarono. I regni ellenistici accolsero quei pensatori, scienziati, artigiani, com-
                                             mercianti, soldati mercenari, che avevano abbandonato le poleis di origine alla ricerca di
                                             nuove possibilità e alternative rispetto all’impoverimento e alla decadenza della madrepa-
                                             tria. Essi tendevano a occupare i livelli alti della società, favoriti anche dal fatto che – come
                                             abbiamo già visto – le varie dinastie regnanti erano di origine greco-macedone.
                                             La lingua ufficiale dei nuovi regni, detta koinè («lingua comune»), era il greco, adottato
                                             dall’amministrazione, dai quadri dell’esercito, dai grandi commercianti e dagli affaristi,
                                             dagli uomini di cultura: era dunque la lingua dei ceti dirigenti e del potere e il principa-
                                             le strumento di comunicazione «internazionale», così come è oggi la lingua inglese.
                                             Nelle città, lo stile di vita greco s’identificava soprattutto nella frequenza del ginnasio,


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