Page 314 - Storia dell'inquisizione spagnola
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legale. Constatazione che non può sorprendere, sulla quale

               torneremo  per  approfondirla  e  per  sottolinearne  le
               sfumature.
                  Le variazioni dei differenti indici nel tempo sono istruttive.
               All’inizio  della  campagna,  i  colpevoli  sono  per  la  maggior
               parte  degli  emarginati:  un  terzo  stranieri,  tre  quarti
               migranti.  Per  quanto  riguarda  la  residenza,  si  nota  una
               concentrazione nelle città, particolarmente netta se si tiene

               conto  che  praticamente  tutti  i  villaggi  da  cui  provengono  i
               contadini si trovano in un raggio di 30 chilometri intorno a
               Toledo:  la  propaganda  del  Santo  Uffizio  non  raggiunge
               ancora le zone rurali. Verso il 1575 è cosa fatta. Quasi tutti
               ormai  sono  spagnoli;  si  alza  la  percentuale  delle  persone
               sposate  e  ben  radicate  nella  loro  comunità,  e  questo  —  la

               coincidenza vale la pena di essere segnalata — nel momento
               in  cui  la  Suprema  prende  delle  misure  per  rilanciare  la
               campagna.  Fra  il  1585  e  il  1590,  la  campagna  è  al  suo
               apogeo: si cerca di raggiungere le zone più remote. All’inizio
               del  Seicento,  il  reato  tende  nuovamente  a  marginalizzarsi:
               risalita  degli  stranieri,  dei  migranti,  delle  professioni
               itineranti.  Ma,  a  differenza  di  quanto  è  accaduto

               cinquant’anni  prima,  questo  non  sembra  determinato  dal
               fatto  che  una  parte  della  popolazione  sfugge  al  controllo
               inquisitoriale:  i  quattro  quinti  degli  incriminati  provengono
               sempre dai piccoli centri e dai villaggi. Sembra proprio che
               la  campagna  sia  stata  efficace;  che  i  castigliani  abbiano
               effettivamente  capito  che  la  semplice  fornicazione  era  un

               peccato e che, se anche non ne sono completamente convinti
               (cosa  che  resta  da  dimostrare)  sono  per  lo  meno  diventati
               abbastanza  prudenti  da  non  negarlo  più,  a  gran  voce.
               Quest’impressione  è  confermata  dal  fatto  che  la  maggior
               parte  dei  colpevoli  che  abbiamo  considerato  «stabili»
               nell’ultimo  periodo,  hanno  sostenuto  questa  proposizione
               solo        in      forme         molto         attenuate.           Un’analisi          più

               particolareggiata di qualche causa confermerà questa nostra
               convinzione  mettendo  nello  stesso  tempo  in  evidenza  i
               molteplici  rapporti  che  prolungano  l’azione  inquisitoriale
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