Page 23 - Storia dell'inquisizione spagnola
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caso di rifiuto del cattolicesimo romano, «eresia» dunque
anch’essa, senza alcun dubbio. La presenza di una categoria
intitolata «reati contro il Santo Uffizio» non stupirà chi
conosce un poco le istituzioni giudiziarie dell’Ancien Régime.
Ogni giurisdizione perseguiva le offese fatte ai suoi membri,
gli insulti loro rivolti, le illazioni sulla sua competenza.
Abbiamo quindi tre categorie di «eretici» bene
individualizzati e una categoria istituzionale. Tutto fin qui è
molto conforme alle finalità istituzionali del tribunale.
Che dire degli altri quattro tipi di delitti? Sotto il termine
«parole scandalose» noi raggruppiamo ciò che gli inquisitori
chiamavano così, oppure «parole eretiche», o «parole
erronee», più le bestemmie e i sacrilegi. Questa classe è
dunque un aggregato, poiché è difficile, in pratica, fare delle
distinzioni fra tutti questi reati: un determinato fascicolo
sarà classificato indifferentemente nell’uno o nell’altro di
questi casi, secondo le mutevoli abitudini dell’epoca o
l’umore dei segretari. Inoltre tutte queste cause hanno un
punto in comune: i rei hanno molto raramente coscienza e
volontà di attaccare la fede. Espressioni infelici di un
artigiano o di un contadino poco informato, battute di dubbio
gusto dopo un pranzo copiosamente annaffiato, qualche
parola detta contro un francescano che si vede troppo spesso
questuare nella stessa strada, escono quasi sempre dalla
bocca. di Vecchi Cristiani, di cui non possono essere messi in
dubbio la fede e l’attaccamento alla Chiesa. Lo stesso vale
per i bigami, gli stregoni (in effetti quasi tutti guaritori e
iettatori) e, a fortiori i sollecitanti, quei preti che
approfittano della confessione per spingere i loro penitenti
ad turpia. E parliamo qui solo del regno di Castiglia. In
quello d’Aragona bisognerà aggiungere all’elenco la sodomia
e la bestialità! Per non dire dei reati secondari, come il
contrabbando di cavalli, che furono in certi periodi di
competenza del Santo Uffizio. Perché dunque un tribunale
incaricato di reprimere l’eresia si occupa di simili inezie?
Non è forse un abuso di potere che prova la malvagità
intrinseca dell’istituzione?