Page 9 - Federico II - Genio dei tempi
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del dissenso cristiano - che atteggiamento tenne riguardo al problema?
Ci sono testimonianze contrastanti. Vediamone alcune.
Prima del 170 d.C. è difficile capire quale sia stato l’atteggiamento della
chiesa a proposito del servizio militare e della guerra, perché è difficile
valutare in quale misura i cristiani fossero presenti nelle fila dell’esercito
imperiale. Si potrebbe pensare che fossero pochi i militari cristiani ad
ascoltare il pagano Celso, che in quegli anni rimproverava i cristiani con
queste parole: «Se tutti gli uomini fossero come voi nulla impedirebbe
che l’imperatore fosse lasciato solo e che l’impero cadesse nelle mani dei
barbari più selvaggi». E aggiungeva, comprensibilmente irritato:
Come vuole la ragione delle due l’una: se i cristiani rifiutano sdegnati
di onorare chi guida le attività civili, allora non prendano moglie, non
facciano figli... ma se si sposano, allevano i figli e mangiano i frutti della
terra allora devono prender parte a ogni cosa della vita, sopportare i mali
che sono imposti a tutti noi e tributare rispetto a chi comanda prestando
la vita a tutti i servizi dovuti.
Del II secolo è anche la straordinaria e anonima Epistola a Diogneto,
che descrive il «paradossale» stato politico del cristiano:
I cristiani non si distinguono dagli altri uomini né per paese né per
linguaggio né per modo di vestire... Pur abitando città greche e barbare
come ciascuno di loro ha in sorte e conformandosi agli usi locali essi
rivelano le leggi meravigliose e paradossali della loro società... Come
cittadini partecipano di tutti i doveri e come stranieri tutto sopportano.
Ogni terra straniera è per loro una patria e ogni patria è ad essi straniera.
Fra i doveri c’era anche quello di prendere le armi e uccidere il nemico?
(una situazione che in quei secoli doveva essere frequente in alcuni
territori al confine dell’impero).
Appena qualche decennio dopo, sul finire del II secolo, la presenza
cristiana nell’esercito anche se esigua è sicura, specialmente nelle
regioni orientali: la Legione Tonante di Marco Aurelio (un «pacifista»),
reclutata in Armenia, contava sicuramente cristiani al suo interno. Con la
partecipazione al servizio militare diventa evidente il disagio dei cristiani
che militavano nelle fila dell’esercito imperiale. Clemente d’Alessandria
(all’inizio del III secolo) nel Protrettico contesta radicalmente la necessità
dell’impegno militare:
Noi siamo educati alla pace e non alla guerra. La guerra esige grande
esercizio ma la pace e la carità che sono sorelle non richiedono né armi
né imprese... Se la squillante tromba chiama i soldati alla guerra non
è dunque possibile che il suono di pace del Cristo non sia capace di
radunare i suoi soldati pacifici? Cristo ha raccolto con il suo sangue e
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