Page 7 - Federico II - Genio dei tempi
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BOUVINES E LA GUERRA
Ottone IV di Brunswick, l’imperatore «dannato e due volte scomunicato»,
al soldo - quarantamila marchi d’argento - di re Giovanni d’Inghilterra,
nell’estate dell’anno 1214, raduna il suo esercito nella contea di Hainaut,
al nord della Francia. Al suo fianco sono i principi inviati dal sovrano
inglese: Riccardo di Boulogne, Guglielmo Lunga Spada conte di Chester,
Bernardo di Ostemale, il conte Corrado di Dortmund, Rinaldo conte di
Boulogne, un tempo amico d’infanzia di Filippo II Augusto re di Francia,
e lo stesso genero di Ottone, il duca di Brabante. Valido aiuto per Ottone
sono i terribili brabantini, mercenari e combattenti a piedi ordinati in fitte
falangi. Da Valenciennes Ottone parte con i suoi alla volta del castello
di Mortagne da dove, dopo una sola notte di riposo, in assetto di guerra
riprende la marcia all’inseguimento dell’esercito del re di Francia. Filippo
Augusto non sospetta di essere seguito dal suo nemico. Due nobili
francesi, il duca di Melun e frate Guerino, «detto l’eletto di Senlis perché
frate professo dell’Ordine ospitaliero di San Giovanni», forse insospettiti
o ispirati da improvvisa prudenza, voltano i loro cavalli e si staccano
dall’esercito cavalcando in senso inverso in esplorazione: all’improvviso,
allarmati, dall’alto di un poggio vedono giù nella piana gli armati di Ottone
con gli stendardi spiegati e i fanti in prima linea.
Re Filippo, subito avvertito, ferma i suoi e si consulta con i baroni: i
pareri sono opposti, c’è chi vuole accettare battaglia e chi invece consiglia
di evitare lo scontro, continuando a cavalcare avanti e più velocemente.
Vince il parere dei prudenti: i francesi si rimettono in cammino giungendo
al ponte di Bouvines, che collega il nord con la Piccardia, a qualche
chilometro dalle terre dell’impero ma anche dall’Artois, che Filippo
Augusto ha ereditato dalla prima moglie.
Ma Ottone ha accelerato i tempi dell’inseguimento: i messaggeri della
retroguardia francese si accorgono sgomenti che il nemico sta arrivando,
è già alle spalle. Tutto accade da quel momento molto in fretta: il re prega
e indossa l’armatura, monta a cavallo e si mette in prima linea, le trombe
squillano, si innalza l’orifiamma di Saint-Denis alla testa del battaglione. I
francesi hanno il sole alle spalle e vicino al sovrano in testa si schierano
i grandi del regno, i più ricchi e i più valorosi. Di fronte a loro Ottone
fa innalzare alta su una pertica l’insegna dell’aquila dorata che artiglia
un drago. Ma il suo esercito è impressionato dall’audacia dei francesi e
trema, così racconta la cronaca di Guglielmo il Bretone, cappellano del re
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