Page 62 - Per la difesa dello Spiritismo
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d’identificazione spiritica, consiste nella circostanza che mia moglie
          aveva detto che i due uomini erano morti nel medesimo giorno,
          laddove a norma dei registri dell’ospedale, il secondo sarebbe morto
          il   giorno   successivo.   Sennonché   il   dottore   osservò   che   molto
          probabilmente   l’uno   era   morto   verso   la   mezzanotte,   e   l’altro
          mezz’ora o un’ora dopo; vale a dire, con intervallo di tempo così
          breve, da non potersi ragionevolmente sofisticare al riguardo. Egli mi
          disse che all’ospedale si registrava solamente il giorno della morte, e
          non   mai   l’ora.   Il   dottore   rimase   profondamente   stupito   e
          impressionato per l’evidenza della prova spiritica quale scaturiva
          dalla concatenazione dei fatti. Inutile aggiungere che io non avevo
          mai conosciuto alcuno dei protagonisti nel fatto, e che non esistevano
          rapporti sociali o commerciali che vincolassero i protagonisti stessi a
          taluno   di   noi.   Contuttociò   lo   spirito   comunicante   si   manifestò
          ugualmente,   ed   io   pervenni   a   superare   tutte   le   difficoltà   che
          ostacolarono la mia inchiesta, provando la scrupolosa veridicità dei
          ragguagli   forniti   sul   proprio   conto,   a   scopo   d’identificazione
          personale, da uno spirito a tutti sconosciuto». (p. 112-122).
                 Questo l’episodio interessante narrato da Mr. Appleyard. E’
          noto che nei casi d’identificazione spiritica si realizzarono sempre
          con una certa frequenza errori inesplicabili di nomi, in tutto analoghi
          al citato; ciò che apparentemente rafforzava il punto di vista degli
          oppositori,   giacché   se   la   personalità   di   un   defunto   comunicante
          cadeva in errore fornendo il nome di sé stesso, o della moglie, o del
          proprio figlio, o del fratello, o della sorella, allora veniva di un colpo
          demolito il valore probativo - in senso spiritico – degli altri ragguagli
          veridici   forniti   sul   proprio   conto   dalla   medesima   personalità
          medianica;   e   l’ipotesi   di   una   «personificazione   subcosciente»
          acquistava   verosimiglianza,   malgrado   insuperabili   ostacoli   teorici
          d’altra natura. Questa, infatti, la tesi del Podmore e di tanti altri; la
          quale, nondimeno, veniva a ragione contestata dal dottor Hodgson e
          dal professore Hyslop, osservando che doveva tenersi il debito conto
          delle enormi e complesse difficoltà che indubbiamente si paravano
          dinanzi a un’entità spirituale che comunicava coi viventi servendosi
          del cervello altrui; e in conseguenza, che non era lecito risolvere con


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