Page 69 - Un fisico in salotto
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riuscito a isolare un singolo quark.
La situazione è completamente diversa da quello che accade su scala molto più
grande proprio in un nucleo. Da questo è infatti relativamente facile isolare una delle
particelle che lo costituiscono, cioè un protone o un neutrone.
Il fatto che non si sia ancora riusciti a isolare un quark può essere sostanzialmente
interpretato in due modi. La prima interpretazione è senz’altro la più semplice: è
solo... questione di tempo! Prima o poi si riuscirà a escogitare un metodo
sperimentale adatto allo scopo oppure a disporre di un’energia sufficiente per
vincere l’energia che lega i quarks a formare un protone o un neutrone.
Tuttavia c’è anche un’altra interpretazione che attualmente sembra quella corretta:
l’isolamento di un quark è impossibile in linea di principio. Effettivamente lo studio
delle forze che governano la struttura a quarks sembra rivelare che le cose vadano
proprio in questo modo.
Si parla così del fenomeno del confinamento dei quarks. In altre parole, ci sono
buone ragioni per ritenere che i quarks si comportino come una specie di palline
trattenute da sottili fili elastici: fintantoché i fili non sono tesi, queste palline si
muovono l’una intorno all’altra addirittura come se fossero libere.
Però, non appena si cerca di ‘portarne via’ una, l’elastico si tende e la tiene
‘prigioniera’ insieme alle altre. Inoltre sembra anche che gli immaginari fili elastici
siano indistruttibili: è inutile cercare di allungarli sempre più perché non si riuscirà
mai a spezzarli! Cercare di dimostrare che è proprio questo il meccanismo attraverso
il quale i quarks sono confinati a formare un protone o un neutrone costituisce uno
dei problemi più difficili della fisica teorica contemporanea.