Page 62 - Un fisico in salotto
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E = mc






          Ho  cercato  di  evitare  formule,  nel  corso  della  nostra  chiacchierata.  Ma  questa
          formula  è  effettivamente  famosissima,  scritta  e  riportata  un  po’  ovunque  e  già,  ne

          sono  sicuro,  la  conoscete.  Forse  l’avete  vista  in  televisione,  scritta  a  immensi
          caratteri cubitali sul ponte della portaerei americana Forrestal.
             In  effetti  la  formula  di  Einstein  è  alla  base  del  funzionamento  di  un  qualsiasi
          reattore nucleare , come quello installato sulla Forrestal (e su altre portaerei o su
          molti sottomarini) per produrre l’energia necessaria alla navigazione e alla vita di
          bordo.

             Purtroppo  devo  riconoscere  la  mia  incapacità  a  spiegarvi  in  termini  semplici
          come  si  possa dedurre  la  formula  di  Einstein  dai  principi  della  Teoria  della
          Relatività. Ci accontenteremo dunque di verificare le conseguenze della formula di
          Einstein, che ne confermeranno la validità.
             Prendiamo comunque un po’ di confidenza con questa equazione. In essa m è la
          massa di un qualsiasi oggetto, c è la velocità della luce (che va dunque elevata al
          quadrato)  ed E è l’energia che compete a quell’oggetto per il solo fatto che esso

          possiede la massa m.
             Si  vede  subito  che  anche  un  oggetto  di  massa  piccolissima  possiede  di  fatto
          un’energia  enorme.  Infatti  il  valore  della  massa  va  moltiplicato  per  un  numero
          immensamente grande: se è vero che la velocità della luce è già elevatissima, il suo
          quadrato è una quantità ancora molto, molto più grande.
             Tuttavia, tanto in un laboratorio quanto nella nostra esperienza quotidiana, noi non

          ci accorgiamo di questa enorme quantità di energia semplicemente perché le leggi
          della fisica ci mostrano che hanno senso soltanto  le differenze di energia. E sono
          solo queste che possiamo apprezzare e valutare.
             La situazione è un po’ quella che si verifica se saliamo le scale di casa nostra, dal
          pianterreno al secondo piano. Quello che ci fa venire il fiatone (se siamo piuttosto
          anziani...)  è  il  fatto  che  saliamo  di  –  mettiamo  –  sette  metri.  Poco  importa  che  il
          pianterreno sia al livello del mare o su una collina a cinquecento metri di quota.

          Quello che conta sono quei sette metri di differenza.


          Torniamo  allora  alle  conseguenze  dell’equazione  di  Einstein,  riconsiderando  un

          momento il problema delle perdite da un recipiente chiuso, che può essere l’ampolla
          di vetro nella quale facciamo bruciare il fiammifero.
             Poco fa abbiamo detto che la massa contenuta all’interno dell’ampolla rimane al
          valore che aveva prima della combustione, poiché abbiamo avuto cura che i prodotti
          della combustione stessa (cenere, fumo, eccetera) non si disperdessero, sigillando

          accuratamente l’ampolla.
             Ebbene, la Teoria della Relatività, con l’equazione di Einstein, ci mostra che a
          rigore, a combustione avvenuta, tutto il sistema è invece più leggero di quanto non
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