Page 55 - Un fisico in salotto
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Le orbite dei pianeti


          Cos’è  un’ellisse?  È  una  curva  che  possiamo  disegnare  molto  facilmente.
          Appoggiamo  un  foglio  da  disegno  su  un  piano  di  legno,  come  il  tavolo  di  un
          ingegnere  o  di  un  architetto.  In  mezzo  al  foglio  fissiamo  due  puntine  da  disegno,
          diciamo, a un paio di centimetri di distanza. Poi facciamo un anello di spago lungo
          una ventina di centimetri e mettiamolo intorno alle puntine. Facciamo infine scorrere

          una matita intorno alle due puntine facendo in modo di tenere ben teso lo spago. La
          curva che otterremo è, per definizione, un’ellisse.  I punti dove abbiamo fissato le
          puntine da disegno sono chiamati fuochi dell’ellisse.
             Ebbene,  la  curva  che  abbiamo  disegnato  rappresenta  in  scala  l’orbita  di  un
          pianeta, cioè la traiettoria descritta dal pianeta nel suo moto di rivoluzione intorno al
          Sole.  Possiamo  dire  di  più:  la  posizione  di  una  delle  due  puntine  da  disegno
          riproduce in proporzione proprio la posizione del Sole rispetto all’orbita del pianeta

          stesso.
             Abbiamo fatto così un disegno che rappresenta la famosa Prima legge di Keplero,
          dal nome italianizzato del grande astronomo tedesco Johannes Kepler (1571-1630):


          Le orbite dei pianeti intorno al Sole sono ellissi delle quali il Sole occupa uno dei
          fuochi.
          In  realtà  le  orbite  dei  pianeti  sono  poco eccentriche.  Questo  significa,  tornando
          all’ellisse che abbiamo disegnato, che la distanza tra le due puntine (ovvero tra i due

          fuochi) è piccola rispetto alla lunghezza dell’anello di spago; l’ellisse che risulta è
          poco differente da una circonferenza (otterremmo una circonferenza facendo proprio
          coincidere i due fuochi).
             Avremmo  ottenuto  un’ellisse  molto  più  ‘schiacciata’  se,  con  l’anello  di  spago
          lungo  sempre  venti  centimetri,  avessimo  messo  le  puntine  a  cinque  centimetri  di
          distanza, per esempio, invece di due.
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