Page 56 - Un fisico in salotto
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La scoperta di Nettuno
La scoperta del pianeta Nettuno rappresenta una straordinaria conquista del pensiero
umano. Voglio raccontarla brevemente perché l’ho sempre trovata molto affascinante
e ricca di risvolti umani.
La storia comincia con la scoperta del pianeta Urano da parte dell’astronomo
William Herschel nel 1781.
In ordine di distanza dal Sole, Urano è il settimo pianeta del Sistema Solare. Esso
è stato il primo pianeta a essere scoperto grazie a quelli che Herschel chiamava
‘scandagli celesti’ eseguiti con un grande telescopio da lui stesso costruito a Bath, in
Inghilterra.
I primi sei pianeti erano invece già noti fin dai tempi antichi perché (Terra
compresa!) ben visibili a occhio nudo.
C’è da dire che anche Urano è visibile a occhio nudo; ma, data la sua tenue
luminosità, esso si confonde facilmente con le stelle e dunque la sua presenza come
pianeta è sfuggita all’osservazione degli antichi astronomi.
La scoperta di Urano suscitò ovviamente un grande interesse e subito iniziarono
osservazioni molto accurate del nuovo pianeta. Tali osservazioni mostrarono alcune
anomalie nel moto di rivoluzione intorno al Sole e gli astronomi si chiesero a cosa
potessero essere dovute. Fra essi c’era un giovane inglese: John Couch Adams
(1819-1892).
Egli pensò che queste anomalie fossero dovute alla presenza di un altro pianeta,
ancora sconosciuto, che si sarebbe dovuto trovare ancora più lontano dal Sole.
Seguendo la sua idea, Adams intraprese una serie di calcoli di enorme difficoltà
(a quei tempi non c’era certamente l’aiuto del computer o cose del genere) che lo
condussero a determinare quale avrebbe dovuto essere la posizione nel cielo di
questo ipotetico pianeta.
Egli era allora uno sconosciuto; si rivolse quindi al famoso astronomo di Casa
Reale, George Biddell Airy, direttore dell’osservatorio di Greenwich, affinché
questi controllasse i suoi calcoli e desse un seguito al suo lavoro.
A questo punto le notizie sono incerte, ma sembra che Airy non prestò attenzione
ai calcoli di Adams. Questi peraltro non se la sentì di insistere, probabilmente in
imbarazzo davanti a un personaggio importante come Airy.
Sta di fatto che pochi mesi dopo arrivò da Parigi la comunicazione che era stato
scoperto un nuovo pianeta in base a calcoli, simili a quelli di Adams, eseguiti
dall’astronomo francese Urbain Le Verrier. La posizione del pianeta nel cielo,
prevista da Le Verrier, coincideva con quella prevista da Adams.
Possiamo immaginare la profonda delusione del giovane inglese, a seguito di
quell’annuncio. Tuttavia la Storia della Scienza ha reso giustizia. Adams e Le
Verrier lavorarono indipendentemente, l’uno all’insaputa dell’altro, e giustamente
questi due nomi sono indissolubilmente associati quando si parla della scoperta di