Page 102 - Un fisico in salotto
P. 102
Qualo?
Le osservazioni astronomiche ci proiettano, oltre che a distanze enormi, anche a
tempi straordinariamente remoti. Infatti, se osserviamo una galassia che dista un
miliardo di anni-luce da noi, vuol dire che la luce, che appunto osserviamo oggi, è
partita da laggiù un miliardo di anni fa. In altre parole, vediamo la galassia come si
presentava un miliardo di anni fa.
Forse è il caso di ricordare che cos’è un anno-luce: è la distanza che copre un
raggio luminoso in un anno. Se si pensa che in poco più di un secondo la luce
percorre la distanza Terra-Luna, si può immaginare quanta strada fa in un anno! Se
proprio siete curiosi e non vi va di fare calcoli, vi posso dire che si tratta di circa
diecimila miliardi di chilometri.
Nessuno, credo, rimane indifferente allo spettacolo offerto da una osservazione
astronomica; anche quella che si può eseguire con uno strumento amatoriale,
accessibile con una spesa relativamente modesta.
A parte molte nebulose e galassie lontanissime che popolano il firmamento, tra i
corpi celesti relativamente vicini alla Terra è possibile ammirare non soltanto la
Luna ma anche pianeti come Venere, Marte, Giove e Saturno. Parliamo solo di questi
poiché la loro osservazione è tanto semplice quanto veramente spettacolare. Venere,
per esempio, presenta fasi come la Luna. Di Marte sono ben visibili le calotte
polari, che appaiono come piccoli punti bianchi sullo sfondo rosso della superficie
del pianeta. Giove, poi, mostra i suoi quattro satelliti principali, che furono scoperti
da Galileo nel 1610. Infine Saturno presenta i suoi meravigliosi anelli, scoperti da
Huygens nel 1655.
Io possiedo un piccolo telescopio che mi è stato regalato, quando ero ancora
ragazzo, da Enotrio. Il pittore, scomparso ormai da parecchi anni, era un carissimo
amico di famiglia e, anche per la sua generosità, di lui conservo dunque un altrettanto
carissimo ricordo.
Adesso tengo il mio telescopio in un angolo della piccola mansarda che ho a Santa
Marinella, un paesino sul mare, vicino a Roma. Mi piace ancora osservare la Luna o
qualche pianeta e a volte mostrarli anche agli amici.
Tanti anni fa, nella mansarda si resero necessari alcuni piccoli lavori in muratura
e per questo chiamammo il signor Giovanni.
Questi cominciò a darsi da fare e io gli dissi: «Mi raccomando, signor Giovanni,
faccia attenzione al telescopio!» «Qualo?» mi chiese. «Quella specie di tubo accanto
alla finestra !» «Quala?»
Eh, sì! Mi accorsi che il signor Giovanni poneva l’aggettivo quale in perfetto
accordo con il sostantivo che lo riguardava: qualo muro, quala finestra, e così via. A
volte gli andava bene: quale televisore, quali chiodi; ma pensai a cosa mi avrebbe
risposto se gli avessi domandato di alcuni nostri amici rumeni. «Signor Giovanni, ha
per caso incontrato, scendendo le scale, uno dei fratelli Murariu?» «Qualu?»