Page 77 - Fisica per non fisici
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sono veloci gli elettroni emessi dal metallo.

              Viceversa, andando dal giallo verso l’arancione, la velocità degli elettroni emessi
          diventa via via più piccola fino a ridursi a zero: in altre parole, per esempio con
          luce rossa, non si ha più effetto fotoelettrico.


          In  termini  di  fotoni  queste  circostanze  possono  essere  interpretate  in  modo  molto
          semplice:  fare  l’esperimento  con  due  sorgenti  anziché  una  sola,  aumentando  così
          l’intensità  luminosa,  equivale  a  raddoppiare  il  numero  di  corpuscoli  che  vanno  a
          cadere sull’oggetto e che quindi in un secondo fanno sfuggire un numero doppio di

          elettroni.

          D’altro  canto,  indipendentemente  dall’intensità  della  sorgente,  l’esperimento  ci

          indica  che  i  fotoni  che  compongono  la  luce  verde  hanno  evidentemente  energia
          maggiore  di  quelli  che  compongono  la  luce  gialla  poiché,  quando  colpiscono  gli
          elettroni sulla superficie del metallo, questi ultimi fuoriescono con una velocità più
          elevata.
              Per  contro,  la  luce  rossa  non  produce  effetto  fotoelettrico:  ciò  vuol  dire  che  i

          fotoni  non  hanno  in  questo  caso  energia  sufficiente  a  liberare  un  elettrone  dalla
          superficie del metallo.


          L’effetto fotoelettrico ci suggerisce dunque il motivo per il quale osserviamo colori
          diversi a seconda degli oggetti che vediamo intorno a noi. Semplicemente, il colore
          della  luce  è  la  manifestazione  visiva  dell’energia  dei  fotoni  che  la  compongono.
          Evidentemente il nostro occhio e il nostro cervello reagiscono in misura diversa a
          seconda dell’energia dei fotoni che cadono sulla retina e questa reazione si traduce

          proprio nella sensazione che chiamiamo colore.

          Dobbiamo allora accettare l’ipotesi newtoniana? Un po’ di pazienza! Studiando la

          luce, ci troviamo a indagare su uno dei fenomeni più complessi che la Natura ci offre
          e, prima di proseguire in questa indagine, è bene soffermarci a studiare i fenomeni
          ondulatori.





          Le onde


          Quando  pensiamo  alla  velocità  ci  viene  in  mente  per  esempio  quella  di

          un’automobile o di un aeroplano cioè, in generale, quella di un qualsivoglia oggetto
          materiale.
              Ma ci sarà capitato tante volte di osservare le onde del mare, o semplicemente
          quelle  di  piccola  ampiezza  che  si  formano  se  gettiamo  qualche  sassolino  in  uno
          stagno o in una pozzanghera (figura 37).
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