Page 73 - Fisica per non fisici
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Aver parlato del fenomeno di deflessione della luce ci porta intanto ad affrontare
          un’altra  questione  e  cioè  quella  di  misurare  la  velocità  con  la  quale  la  luce  si
          propaga nello spazio, arrivando anche da oggetti che si trovano a distanze enormi
          come quelle che ci separano dalle stelle.


          Già Galileo aveva sospettato che la luce non si propagasse «istantaneamente» ma,
          dati  i  modesti  mezzi  tecnologici  di  allora,  non  fu  in  grado  di  stabilire  se  le  cose
          stessero  veramente  così  ed  eventualmente  avere  una  valutazione  numerica  della

          velocità con la quale viaggiava un raggio luminoso.
              La  prima  misurazione,  piuttosto  approssimativa,  fu  eseguita  dall’astronomo
          danese Ole Rømer (1644-1710) nel 1676. Soltanto molto tempo dopo, grazie a un
          esperimento eseguito nel 1849 dal fisico francese Armand Fizeau (1819-1896), si è

          avuta una valutazione soddisfacente, vicina a quelle che si ottengono oggi.

          Ancora  una  volta  grazie  all’utilizzo  di  un  piccolo  laser,  potremmo  pensare  di
          ripetere  in  versione  moderna  l’esperimento  di  Fizeau.  Si  tratta  di  un  esperimento
          basato su un’idea tanto semplice quanto geniale, come vediamo subito.

              Procuriamoci una ruota dentata e facciamo in modo che il sottile raggio luminoso
          emesso  dal  laser L passi attraverso l’interstizio tra un dente e l’altro della ruota.
          Sistemiamo lontano uno specchio S che rifletta indietro la luce del laser in modo che

          essa  torni  verso  la  ruota  passando  attraverso  l’interstizio  adiacente,  come  è
          rappresentato  in  figura 36a.  Osserveremo  il  raggio  luminoso  che  andrà  infine  a
          proiettarsi  su  un  piccolo  schermo P  posto  «alle  spalle»  del  nostro  apparato
          sperimentale.
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