Page 71 - Fisica per non fisici
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equivalenza.

              Inoltre osserviamo che adesso, rispetto alla cabina, il proiettile non colpisce la
          parete opposta alla stessa altezza h dalla quale era partito poiché durante il tempo
          trascorso tra lancio e arrivo, l’ascensore si è progressivamente spostato verso l’alto

          con  velocità  crescente.  Rispetto  alla  stazione  spaziale,  in  assenza  di  gravità,  il
          proiettile certamente procede sempre in linea retta; ma rispetto a noi, nella cabina, il
          proiettile descrive una parabola e va a finire un po’ più in basso, a un’altezza h’; di
          nuovo, come se l’ascensore fosse fermo ma fosse presente la forza di gravità (figura
          34 b).

              E il raggio luminoso? Continua ad arrivare alla stessa altezza? No, un po’ più in
          basso. Poiché anche per il raggio, dal momento nel quale è partito dal laser a quello
          nel quale è arrivato sulla parete opposta, la cabina si è spostata verso l’alto con

          velocità crescente. Certamente, la luce viaggia a una velocità enormemente superiore
          a quella del proiettile e così impiega un tempo brevissimo per arrivare dalla parte
          opposta.  In  quel  lasso  di  tempo  l’ascensore  si  sarà  spostato  magari  meno  di  un
          miliardesimo  di millimetro;  ma  comunque,  rispetto  a  noi,  il  raggio  luminoso  sarà
          arrivato un po’ più in basso, non c’è dubbio.


          Cosa possiamo concludere? L’accelerazione verso l’alto della cabina ha prodotto,
          rispetto  alla  cabina  stessa,  una  progressiva  deviazione  verso  il  basso  tanto  del

          proiettile quanto della luce. Rispetto alla cabina, insomma, tanto il proiettile quanto
          il raggio luminoso hanno descritto una traiettoria parabolica.
              Ma  allora,  se  è  vero  che  un’accelerazione  è  equivalente  a  un  campo
          gravitazionale, cioè produce gli stessi effetti, non possiamo concludere altro che un
          campo  gravitazionale  devia  verso  il  basso  tanto  un  proiettile  materiale  quanto  un

          raggio luminoso. Che deviasse il proiettile lo sapevamo già; ma il fatto che devii la
          luce è appunto una circostanza del tutto inaspettata.





          Verifica del principio di equivalenza


          Tutto  quello  che  abbiamo  discusso  è  basato  sulla  validità  del  principio  di
          equivalenza.  Ma  se  tale  principio  non  fosse  vero?  Tutto  sommato,  fino  a  questo

          momento,  abbiamo  fatto  riferimento  al  principio  di  azione  e  reazione  che  ci  ha
          fornito soltanto indicazioni della sua validità: di fatto non abbiamo ancora verificato
          che il principio di equivalenza sia un principio a sé stante.


          Ebbene, a parte ascensori, giocattoli e palloncini, quale miglior conferma possiamo
          avere della sua validità se non quella di constatare che la luce viene effettivamente
          deviata da un campo gravitazionale? Si deve proprio a Einstein l’aver suggerito un
          modo per verificare l’esistenza di questa deflessione, a piena conferma del principio
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