Page 107 - 40 Novelle
P. 107
40 Novelle Hans Christian Andersen
dimenticato; per ciò la pianta s'è disseccata, ed al momento dello sgombero fu gettata in istrada con
le spazzature. E quest'è il fiore, il povero fiore secco, che abbiamo preso nel nostro mazzo, perchè
ha dato più gioia di quanti fiori di lusso sieno nel giardino di una regina.»
«Ma come sai tutte queste cose?» — domandò il bambino, che l'Angelo portava su in cielo.
«Se le so!» — disse l'Angelo: «Le so, perchè ero io il piccolo infermo, che camminava con
le grucce! Pensa se non conosco il mio fiore!»
Il bambino spalancò tanto d'occhi e guardò il viso raggiante e lieto dell'Angelo, ed in
quell'istante si trovarono in Cielo, dov'è eterna gioia e beatitudine. Il Signore si strinse al cuore il
bambino morto, e allora gli spuntarono le ali, come all'altro Angelo, e si presero per mano, e
volarono insieme. Il Signore si strinse al cuore tutti i fiori, ma baciò soltanto il povero fiorellino di
campo, il fiorellino secco, ed allora esso ebbe voce e potè cantare con tutti gli Angeli, i quali volano
intorno al Signore, alcuni vicino vicino a Lui, altri in giri più ampii intorno ai primi, sempre
allargandosi in cerchio sino all'infinito, ma tutti egualmente beati. E tutti cantavano, grandi e
piccini; cantava il bambino buono, beato ora egli pure, cantava il povero fiore di campo, il fiore
secco ch'era stato buttato tra le spazzature del vicoletto buio.
105