Page 23 - Via Crucis
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concreti e pragmatici che hanno la sensazione di vedere naufragare tutti i tentativi di

          miglioramento  proposti  negli  anni.  In  particolare,  dalla  documentazione  in  nostro
          possesso,  i  più  fermi  risultano  l’economista  maltese  Joseph  Zahra,  il  tedesco,  ex
          McKinsey,  Jochen  Messemer,  il  barcellonese  Josep  M.  Cullell,  il  commercialista

          italiano Maurizio Prato e il canadese John F. Kyle.
            La sintesi più efficace e amara è di Kyle: «Sono stati effettuati sforzi per venticinque
          anni, per arrivare a un risultato praticamente nullo». Il canadese ritiene «opportuno che
          esista un gruppo più vicino al papa che sappia agire con maggior decisione e fermezza
          e prendere provvedimenti contro chi non segue le indicazioni date». Del resto, era stato

          proprio Francesco, nell’omelia della messa mattutina, a ricordare loro, uomini di cifre
          ma anche di fede che – testuale – «la Chiesa per essere credibile deve essere povera» e
          che «la Prefettura – come organo di controllo – deve avere più coraggio nell’affrontare

          le problematiche di bilancio». Un’esplicita esortazione ad agire, a uscire dal buio.
            Per il  Ragioniere generale della  Prefettura,  Stefano  Fralleoni, le criticità sarebbero
          causate dal fatto che alcune amministrazioni sono «completamente ignare dei criteri di
          preparazione dei budget. I bilanci preventivi, spesso, non sono aderenti alla realtà e le
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          stime risultano incontrollabili».  Il problema arriva al paradosso quando si scopre che
          in Prefettura, organo deputato a verificare i conti degli altri enti, ancora oggi non si sa
          nemmeno  quali  siano  tutte  le  amministrazioni  da  verificare.  «Sarebbe

          necessario – sottolinea infatti il  Ragioniere – completare e costantemente aggiornare
          l’elenco di tutti gli enti che dipendono dalla Santa sede: solo in questo modo, infatti, la
          Prefettura  potrebbe  effettuare  un  controllo  completo  di  tutte  le  realtà  e  del  loro
          funzionamento.»
            Dai controlli compiuti, ci si accorge che le norme per la trasparenza e l’efficienza

          introdotte  sia  da  Benedetto  XVI  sia  da  Francesco  vengono  disattese.  Dai  casi  più
          piccoli a quelli più grandi. Salvatore Colitta, revisore della società RB Audit Italia, fa
          l’esempio  del  listino  prezzi  delle  merci  in  vendita  in  Vaticano:  «È  fermo  da  due

          anni – dichiara il consulente –, il costo di una penna è di 50 centesimi mentre oggi vale
          1,20 euro. E poi oltre il 70 per cento degli acquisti dell’Apsa non segue la procedura
          richiesta  ma  quella  d’urgenza.  Il  fenomeno  è  difficile  da  controllare».
          «L’inadempimento delle norme vigenti – rilancia Fralleoni – è un altro punto critico, in
          virtù di una prassi che si ripete sempre uguale a se stessa, per una sorta di inerzia. La

          contabilità degli enti della Santa sede non è univoca, nonostante esista un regolamento
          dei principi contabili approvato dal santo padre.» Un altro esempio? Di recente è stato
          introdotto un nuovo regolamento contabile per tutti ma si è scoperto che «alcuni enti

          mantengono dei tesoretti da gestire per proprio conto, non dichiarando quindi tutte le
          entrate».  Che  è  poi  uno  dei  punti,  cioè  quello  delle  gestioni  satellitari,  che  il  papa
          sottoporrà ai cardinali. Questo perché ci sono uffici «che spesso agiscono in autonomia,
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