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Repulisti
Per accelerare le riforme e depotenziare la fronda che lo osteggia, sia sul piano della
dottrina sia su quello dei cambiamenti nella gestione finanziaria, Francesco mette in atto
anche un inesorabile ricambio ai vertici dei tanti uffici che controllano l’attività del
piccolo Stato. Per prima cosa si arma di uno strumento che lo agevola. Nell’autunno del
2014 promuove le norme che rendono obbligatorie le dimissioni, dopo i settantacinque
anni, dei responsabili dei dicasteri di curia e introduce la possibilità che il papa chieda
a un vescovo la rinuncia anticipata, «dopo avergli fatto conoscere i motivi di tale
richiesta» e ascoltate «attentamente le sue ragioni», come si legge nel documento al
riguardo firmato da Parolin il 5 novembre 2014.
Così mette in uscita numerosi cardinali di curia, tra cui Angelo Amato, prefetto della
Congregazione per le cause dei santi, Antonio Maria Vegliò, presidente del Consiglio
della pastorale per i migranti, Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per
l’educazione cattolica. E proprio mentre vengono preparati i regolamenti per Pell, il
santo padre rimuove il cardinale statunitense Raymond Leo Burke dalla carica di
prefetto del Supremo tribunale della Segnatura apostolica. Burke diventa patrono del
Sovrano militare ordine di Malta, praticamente una carica onorifica. Il porporato
conservatore, definito simpaticamente «un cembalo che suona nel deserto» da alcuni
fedelissimi di Francesco, è tra gli oppositori più palesi del pontefice: «Molti
fedeli – aveva affermato dopo il Sinodo – sentono un po’ di mal di mare, perché hanno
la sensazione che la Chiesa abbia smarrito la sua rotta».
Già nei primi mesi Bergoglio era partito con le rimozioni forzate dei collaboratori
meno amati: oltre a Sciacca e Bertone, anche il cardinale Mauro Piacenza, che dal
vertice della Congregazione per il clero passa a occuparsi di indulgenze e dispense alla
Penitenzieria apostolica. Piacenza era in predicato di diventare segretario di Stato in
caso di elezione del cardinale brasiliano Scherer, anche lui non confermato nel
passaggio dal Consiglio dei quindici al nuovo Consiglio per l’economia.
Un altro curiale spostato è Versaldi, presidente della Prefettura, nominato nel marzo
del 2015 alla Congregazione per l’educazione cattolica al posto di Grocholewski. Via
monsignor Guido Pozzo, sollevato dall’incarico di Elemosiniere di sua santità, quindi
membro della famiglia pontificia, e rispedito a fare il segretario della commissione
Ecclesia Dei, creata nel 1988 da Wojtyla per studiare il fenomeno dello scisma attuato
per opera dell’allora vescovo conservatore Marcel Lefebvre. Dal 2009 al 2012 Pozzo
era stato segretario della stessa commissione, ora torna al punto di partenza. Rimosso
monsignor Mariano Crociata: da potente segretario generale della Conferenza
episcopale italiana diventa vescovo della piccola diocesi di Latina. Clamorosa la gaffe
di Crociata il giorno della fumata bianca, quando la Cei diffuse un comunicato per
salutare l’elezione al soglio di Pietro del cardinale Angelo Scola. Crociata è stato