Page 17 - Via Crucis
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pioggia,  a  saldo  di  lavori  non  preventivati,  eseguiti  senza  le  dovute  verifiche  e  con

          fatture lievitate all’inverosimile. Molti ne hanno approfittato incassando anche i soldi
          dei fedeli, le offerte che dovrebbero essere destinate ai più bisognosi. Il pontefice si
          rivolge quindi a quei cardinali che presiedono dicasteri che negli anni non hanno gestito

          il denaro della Chiesa con oculatezza, a tutti i responsabili che non hanno controllato
          come dovevano. È un palese atto di accusa, durissimo, diretto e senza sconti, persino
          umiliante  per  i  porporati:  sottolinea  aspetti  che  qualunque  amministratore  che  opera
          anche nelle più modeste realtà imprenditoriali conosce e capisce benissimo.
            Francesco fissa negli occhi il segretario di Stato Tarcisio Bertone. Uno scambio di

          sguardi  intenso.  Chi  è  seduto  vicino  al  papa  non  vi  scorge  certo  l’amicizia  e
          l’indulgenza che legavano Ratzinger al cardinale italiano, tanto da portarlo con sé fino
          al vertice del potere in Vaticano. Quello sguardo esprime il monito glaciale del gesuita

          arrivato a Roma dalla «fine del mondo». Dopo averlo messo in mora nei primi mesi di
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          pontificato,  Francesco  ora  accusa  Bertone,  prima  di  liquidarlo  per  sempre.   In
          Vaticano, infatti, la gestione delle risorse e del governo fa capo alla segreteria di Stato,
          che nel precedente papato, proprio con la guida di Bertone, aveva concentrato su di sé

          un potere senza uguali. Persino superiore a quello che aveva negli anni in cui al vertice
          dell’Apsa  c’era  il  potentissimo  cardinale  venezuelano  Rosalio  José  Castillo  Lara,
          durante il papato di Wojtyla, con il cardinale Angelo Sodano segretario di Stato. Gli

          stessi  anni  che  abbiamo  ricostruito,  attraverso  i  documenti  riservati  di  monsignor
          Renato Dardozzi, nel libro Vaticano Spa.
            Nel silenzio irreale che domina in sala, il papa sferra l’affondo finale sulle questioni
          di più grande imbarazzo:

            Senza  esagerare  possiamo  dire  che  buona  parte  dei  costi  sono  fuori  controllo.  È  un  fatto.  Dobbiamo  sempre
            sorvegliare con la massima attenzione la natura giuridica e la chiarezza dei contratti. I contratti hanno tante trappole,
            no? Il contratto è chiaro ma nelle note a piè di pagina c’è la piccola lettera – si chiama così no? – che è una trappola.
            Studiare bene! I nostri fornitori devono essere sempre aziende che garantiscono onestà e che propongono il giusto
            prezzo di mercato, sia per i prodotti sia per i servizi. E alcuni non garantiscono questo.
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