Page 15 - Via Crucis
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minimo in una parte del Vaticano.
I costi sono fuori controllo. Questo si applica in modo particolare ai costi del personale, ma si estende al di là del
personale stesso. Ci sono diversi casi di duplicazione delle attività laddove, invece, un accorpamento potrebbe
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garantire significativi risparmi e migliorare la gestione dei problemi. […]
Non siamo riusciti a identificare chiare linee-guida da seguire circa gli investimenti del capitale finanziario. [...]
Questo è un grave limite e lascia troppo spazio alla discrezione degli amministratori, aspetto che, a sua volta, non fa
che aumentare il livello generale del rischio. La situazione, che è applicabile agli investimenti di Santa sede,
Governatorato, Fondo pensioni, Fondo assistenza sanitaria e altri fondi gestiti da enti autonomi, dovrebbe essere
immediatamente migliorata. […] Gli amministratori devono assumersi con chiarezza la responsabilità di preparare i
budget e attenersi a essi in modo più realistico ed effettivo. […]
Sappiamo di aver presentato forti, e in alcuni casi, severi consigli e suggerimenti. Sinceramente speriamo che Vostra
Santità capisca che agiamo in questo modo in quanto spinti dall’amore per la Chiesa e dal sincero desiderio di aiutare
e migliorare l’aspetto temporale del Vaticano. […]
Imploriamo su noi tutti e le nostre famiglie la Sua apostolica benedizione, mentre ci confermiamo della Santità Vostra
umili e devotissimi figli.
Agostino Vallini, creato cardinale da Benedetto XVI e dal 2008 successore di Camillo
Ruini come vicario per la diocesi di Roma, è pallido. Percepisce subito il potenziale
deflagrante di quei documenti e invoca la riservatezza: queste carte «sono sotto segreto
pontificio» si affretta a ricordare rivolgendosi al papa. «E speriamo si conservi… non
da parte nostra ma sa…» Già, Vallini si preoccupa innanzitutto che nulla trapeli oltre le
mura. È ben consapevole degli effetti che queste notizie potrebbero avere sull’opinione
pubblica. L’anziano cardinale si volta lentamente, guarda gli altri. Silenzio e
nervosismo. Certo, la reazione è composta ma tensione, smarrimento e stupore sono
evidenti.
I cardinali non conoscevano nel dettaglio lo spettro preoccupante della situazione
economica complessiva. A marzo, durante le congregazioni per il conclave, erano stati
comunicati dati, relazioni e cifre, ma tutti molto frammentari e disaggregati. Ed erano
stati proprio alcuni dei porporati responsabili dei vari dicasteri a diffondere notizie
tranquillizzanti.
Inoltre nessuno dei cardinali curiali è abituato a questa circolarità delle informazioni
imposta. Quello che Francesco vede davanti ai suoi occhi è probabilmente ciò che si
aspettava. Da buon gesuita, come vedremo, utilizzerà i documenti allarmanti ricevuti
dai revisori per far capire a tutti che da quel momento in avanti nulla sarà come prima.
Ecco che il santo padre prende la parola. Un atto di accusa che dura sedici
interminabili minuti. Parole durissime mai espresse da un pontefice in un consesso.
Parole che dovevano rimanere segrete, coperte dalla gravità del contenuto e dalla
riservatezza più assoluta richiesta a tutti coloro che hanno avuto accesso a quella sala.
Non sarà così. Prevedendo i rischi che l’azione innovatrice avrebbe
incontrato – sabotaggi, manipolazioni, furti, scassinamenti, azioni di delegittimazione
dei riformatori – qualcuno registra la denuncia del pontefice. Parola per parola.