Page 323 - Peccato originale
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ricordiamo male, il fratello Pietro Lasalvia ricopre entro la loggia Monte Sion il
                ruolo di primo sorvegliante, di fatto, il vicario del maestro venerabile, e si
                atteggia a seguace/discepolo speciale dell’ex gran segretario del Goi, Giuseppe
                Abramo. Noi parliamo di fratelli massoni al fine di svelarne l’identità libero-
                muratoria solo nei casi in cui costoro ci sembrino macchiarsi di doppiezza,
                ipocrisia, comportamenti poco commendevoli. Ecco, questo ruolo di perito
                psichiatrico non-richiesto e a tradimento della persona interessata svolto ai
                danni di Gotti Tedeschi (non senza ombre e sospetti evidentissimi in ordine a
                mandanti terzi, nemici dell’ex presidente Ior) dal fratello Lasalvia proprio non
                ci è parso né virtuoso né apprezzabile. Parimenti, ci piacerebbe sapere se il
                massone Lasalvia, affiliato da anni a una loggia di ispirazione sionista, abbia
                reso edotti con lealtà e sincerità i suoi referenti vaticani della propria passione
                per squadra, compasso e grembiulino».
                  Accuse che potrebbero essere lette solo come figlie della dietrologia se non
                venissero contestualizzate in quel periodo particolarmente drammatico per il
                Vaticano.
                  7  Intervista dell’autore a Francesco De Pasquale, hotel Marcella Royal, via
                Flavia, Roma, 14 giugno 2016.
                  8  Era presente l’intera pattuglia dei collaboratori più vicini a Bertone: il
                cardinale Dominique Mamberti, all’epoca ancora monsignore nel ruolo di
                segretario per i Rapporti con gli Stati; monsignor Peter Wells, assessore per gli
                Affari generali; il già citato Balestrero e, con ogni probabilità seppur non citato
                nell’intervista, monsignor Fernando Filoni, sostituto per gli Affari generali.
                  9  Il carattere brusco lo porterà poi in rotta di collisione con Francesco sia per
                alcune incomprensioni durante il viaggio dell’attuale pontefice negli Usa, sia
                per la richiesta di una casa nella dimora che il cardinale Sodano aveva fatto
                destinare ai nunzi in pensione. La domanda è però respinta, Viganò chiede un
                appartamento a Calcagno, numero uno dell’Apsa che gestisce il patrimonio
                immobiliare, ma non riceve risposta. Allora prova e ottiene un appuntamento
                con Francesco dal quale però esce scuro in volto. I motivi non sono noti ma
                sembra che al centro del colloquio ci sia un imbarazzante documento la cui
                scomparsa ancora non si sa a chi attribuire.































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